DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

martedì 27 gennaio 2009

Nel Giorno della Memoria: un paio di libri che ho letto di recente...

Anche stasera non ho il tempo di dirvi quello che vorrei dirvi.
Sono, tanto per cambiare, di corsa, ma ci terrei a segnalare due libri prima che termini questo GIORNO DELLA MEMORIA.
Due testi convergenti:
SPINGENDO LA NOTTE PIU' IN LA' di Mario Calabresi
LA NOTTE CHE PINELLI di Adriano Sofri.
Li ho letti uno in fila all'altro, tornando da Orbetello.
Tra qualche giorno ne parliamo.

lunedì 26 gennaio 2009

Giusto un paio di info targate KAI ZEN


Oggi, su www.unitedwestand.it e su kaizenology trovate il secondo episodio de LA GUERRA DI TEO, lo spin-off kaizeniano della nostra graphic-net-novel.
Su Carmilla, invece, trovate una mia recensione dello splendido romanzo di Guglielmo Pispisa LA TERZA META'.
Così, giusto per gradire.
Nel week end sono stato a Perugia e Orbetello e ho letto un paio di libri di cui vi vorrei parlare.
Tutto a suo tempo, però. Che qui va tutto di furia e mi tocca scappare...

sabato 17 gennaio 2009

Musica, Maestro: consigli per gli ascolti...


Di solito, lo sapete, non parlo di musica.
Non ne capisco un granchè, ho gusti strani e, anche se di tanto in tanto mi capita di scriverne, di solito non ne ascolto molta. Un po' di radio, soprattutto. E qualche concerto.
Ora, quando parlo di concerti, non immaginatevi il Sarassone in fila per ore da Ticket One implorando per un biglietto dei Finley (per quanto...)
Il massimo che mi concedo, solitamente, è un live in qualche locale del circondario.
Ultimamente mi è capitato di passare delle gran belle serate in compagnia dei suoni di alcuni amici.
E me la sono goduta a tal punto da aver voglia di farveli conoscere, quegli amici.
Quattro gruppi, quattro generi completamente differenti.
I PUNK'O'MAT, che al microfono hanno il socio numero uno della Pig Productions, Stefano Boda, fanno punk demenziale. Probabilmente non sarebbero d'accordo con la definizione e sceglierebbero termini più raffinati, ma come la definireste voi una band che canta SUPERTELEGATTONE (esatto, la storica sigla di Superclassifica Show di Seymandi) a doppia cassa?
Gli STEREOPLASTICA, il cui chitarrista è l'altro socio Pig Fabio Pastore, vengono dal grunge e scrivono pezzi in inglese. Sentirli dal vivo è uno spettacolo. Sonorizzazione perfetta. Pure se suonano nella cantina di casa vostra vi sembrerà di stare a Wembley...
I GOLPE, non me ne vogliano i soci, sono in assoluto il mio gruppo preferito. E qui non faccio della facile ironia. Non mi sono mai divertito così tanto a un concerto come a quelli dei Golpe. Ho visto gli Stones, i Litfiba, i Nomadi... mezze calzette. I GOLPE sono meglio degli U2, datemi retta. La loro patchanka vi travolgerà.
IL MIO NOME NON HA IMPORTANZA è un ensamble sonoro relativamente giovane. Ma alla chitarra ha un professionista di gran classe, mister Luca Biasetti. Anche qui, la mia povera conoscenza del mezzo sonoro limita il mio vocabolario per tentare di spiegarvi che genere facciano. Avete in mente gli Yo Yo Mundi? Ecco, una roba del genere, ma molto molto più poetica. Da sturbo. Farei carte false per far musicare da loro qualcosa di mio...

Come si dice, siore e siori: buon ascolto...

martedì 13 gennaio 2009

La guerra di Teo: KAI ZEN scrive per UWS


Cari amici vicini e lontanti, dopo molta attesa è finalmente successo: KAI ZEN ha scritto un racconto per UWS. Il vostro narratore over 100 preferito ha cominciato a tartassare il quartetto un bel po' di tempo addietro. E dopo pressioni e insistenze varie, finalmente ha ricevuto in dono una vera perla. Il racconto lo trovate qui, corredato di immagine (anch'essa MADE IN KAI ZEN). S'intitola LA GUERRA DI TEO e narra della resistenza all'esercito nero di Ultor nel Sud Tirolo (terra natale di due dei quattro KZ, Bruno e Jadel).
Please, enjoy...

mercoledì 7 gennaio 2009

Il ritorno dello Yeti (francese e malaticcio)

Mentre vi scrivo, Novara è sommersa da mezzo metro abbondante di neve, in casa fa freddino (18 gradi), ma fuori decisamente si gela. In più, se non bastasse, aggiungeteci che mi sono beccato la prima influenza dell'anno. Con febbre annessa, ça va sans dire...
Dunque, niente rientro a scuola per il Sarassone. Che poi, a dirla tutta, anche se avessi voluto sarebbe stata dura: scuole chiuse in tutta la città causa emergenza maltempo.
Insomma, inizio d'anno travagliato, che fa pendant con una fine 2008 faticosa ma al contempo sfiziosa assaje.
Io e la mia dolce metà abbiamo trascorso un Capodanno straordinario. Inaspettato, piuttosto impegantivo dal punto di vista fisico, ma assolutamente strepitoso.
E pensare che il programma era di starsene tappati in casa con due coppie d'amici. Sul più bello, però, gli amici ci danno buca; io e mia moglie ci guardiamo sconsolati (dura un attimo, forse meno) e decidiamo in un nanosecondo: "Parigi?", dice lei. "Parigi!", faccio io, che oltre tutto la capitale della Franza non l'ho mai vista e mi farebbe pure piacere dare un'occhiata alla Tour da vicino...
Detto fatto: è il 29 sera (alle sette, più o meno) e Mary s'indaffara per trovare un hotel. Lo scova, lo prenota, e a quel punto si catapulta in stazione ad accaparrarsi il treno.
Il simpatico capostazione quasi le ride in faccia: "Non lo sa, signora, che i treni per Parigi son tutti prenotati da novembre?"
La signora non la sa, ok. Ma il tono del capostazione meriterebbe un calcio nel sedere.
Mia moglie è una donna dalle mille risorse: non si scompone.
S'infila nella più vicina agenzia di viaggi e riesce a recuperare due voli andata e ritorno da Malpensa. A un prezzo, ovviamente, spropositato (mo' mica è tutto semplice... voi annà a Parigi e decide ventiquattrore prima de capodanno? Embè, fijo mio, te tocca pagà...).
Lady Sarassone torna a casa vittoriosa, io vacillo un minutino per la cifra appena spesa e poi via, a preparar valigie!
Un giorno di pausa per sistemare le incombenze (nutrimento per il gatto, acqua per le piante, etc. etc.) e partiamo. Lasciamo Novara la gelida mattina del 31, all'alba. Alle 6.30 siamo già sul piazzale dell'autostazione in attesa della navetta per Malpensa. Arriviamo con un anticipo mostruoso, checkiniamo in fretta e passiamo due ore a sonnecchiare in attesa dell'imbarco.
Volo sereno (e brevissimo), atterraggio morbido. Pullman fino all'Opéra, albergo a due fermate della metro. Più comodo di così...
Facciamo giusto in tempo a ingurgitare qualcosa da Mc Donald's e si parte col turismo selvaggio. Siccome son le quattro passate e non si può affrontare il Louvre alle quattro passate, trascino mia moglie al Conservatoire, al Museo delle Arti e dei Mestieri. Non che io sia un patito della scienza e della tecnica, per carità, ma in quel luogo magico e sacro è custodito il Pendolo di Foucault che, ai tempi dell'università, per circa un paio d'anni fu la mia ossessione.
Sul Pendolo (e questa volta intendo il romanzo di Eco, non il gingillino oscillante di Saint Martin des Champs) ci ho persino scritto la tesi, figuratevi. Trovarsi nella stanza in cui è ambientata la scena d'apertura del libro fa un certo effetto, devo ammetterlo...
Comunque l'ora di chiusura è vicina e ci cacciano. Anche se lo vorremmo fortemente, non riusciamo a farci chiudere dentro, come Casaubon...
La sera il proposito è quello di attendere la mezzanotte sui Campi Elisi, ma mettici la cena greca a Bellville, mettici la stanchezza di tutto il giorno, mettici i ragazzini parigini sovraeccitati che alle undici già scagliano magnum in metropolitana... mi sa che siam troppo anziani per tutta 'sta vita.
Ci rifugiamo in albergo con una mezza boccia di Mumm e chi s'è visto s'è visto...
L'indomani sveglia prestino e visita estenuante alla città intera. Tutti i musei, mannaggia, sono blindati (e ci mancherebbe pure, è il primo dell'anno...), per cui non ci resta che goderci l'esterno.
Peccato per i meno tre gradi centigradi (si notino le foto del Sarassone modello Yeti abruzzese...)
"Non sarà certo il gelo a fermarci", tuono io. E in un sol colpo visitiamo TOUR EIFFELL, NOTRE DAME, MUSEO ORSAY (da fuori, siamo di fretta e poi è chiuso...), CAMPI ELISI e MONTMARTRE...
Dopo la salita di Montmatre io ho quasi una sincope, ma non mollo. Ancora un passaggino al Molin Rouge e poi, finalmente, pappa, doccia e nanna.
Il giorno due è di festa, perchè riaprono i musei e soprattutto perchè arrivano gli amici.
I coniugi Pispisa sono di passaggio in città ed è d'obbligo incontrarsi.
(Sì, sì, noi scrittori siamo proprio come i VIPS della tivvù: siamo tutti amici e quando andiamo nei posti fighi ci andiamo tutti insieme, che te lo dico a fare...).
Guglielmo e Germana li becchiamo per cena, e consumiamo un gustoso pasto a base di carnazza in un ristorante molto grazioso (e dotato di un gatto ciccionissimo e simpaticissimo: Maurice, che si siede a tavola con noi, con grande orrore di Germana...;-)) dalle parti del Pantheon. Prima, però, abbiamo tutto il tempo di smazzarci il LOUVRE e LES INVALIDES.
Il giorno dopo, di buon mattino, con piemontesissimo anticipo sull'ora di partenza, ci trasciniamo all'aeroporto e, dopo parecchie ore attese a imbarcare, volare, sbarcare, tornare in autobus, tornare in macchina, finalmente siamo a casa.
Il tre mattina reggo, reggo pure il quattro, ma per il 5 di gennaio, che te lo dico a fare, ho già 38 di febbre: com'è che diceva quella réclame? Tutto questo movimento... mi fa bollire la lingua!
Nel mio caso, bolle la fronte... che vvo ffà...
Alla fine della breve gita mi porto a casa delle certezze inoppugnabili:
1) La tomba di Napoleone è paurosa. Gigante, da brividi.
2) La Gioconda è minuscola e non è 'sto granchè, a dirla tutta...
3) LA CITTA' PERFETTA di Angelo Petrella è un libro della Madonna (l'ho letto più o meno tutto in viaggio)
4) La Tour Eiffell è marrone (non lo sapevo...)
5) I coniugi Pispisa sono persone meravigliose.
Poi dicono che a star sempre in giro non s'impara nulla...