DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

lunedì 21 luglio 2008

Arrivano i consigli del Sarassone per le vostre letture estive: si parte con PAN di Francesco Dimitri

Questo pezzo è uscito per SATISFICTION un mesetto fa (o forse due... perdonate il mio unico neurone). Inauguriamo così la rubrica dei consigli letterari (estivi) del Sarassone.
Siccome è tempo d'ombrellone, gite e letture a go go, di settimana in settimana (magari pure un paio a settimana, ma dovete proprio comportarvi bene...) vi segnalerò tutto ciò che ho letto durante quest'anno. Prima della serrata estiva, vedrò anche di confezionare un pdf che funga da breviario. Così non dovete andare a ricercarvi il post, fare copia/incolla...
Poi non dite che non vi voglio bene...;-)
Ad ogni modo, non fatevi idee strane; non iniziate a immaginarvi una selezione fichissima e ultradocumentata come il NANDROPAUSA dei Wu Ming...
Col tono che mi contraddistingue, mi limiterò a servirvi ottimi libri in salsa semiseria.
Nada mas...

Dunque, signore e signori, bando alle ciance.
Andiamo a incominciare...

Francesco Dimitri, Pan, Marsilio 2008

Immaginate.

Chiudete gli occhi e immaginate. Questo non è il genere di libro che si legge senza immaginazione.

Immaginate Roma.

Non la Roma di piazza Fiume, fatta di palazzine pulite, studenti universitari e gen­te che passeggia a qualsiasi ora del giorno e della notte. Questa è la Roma del quartiere di San Basilio, una Roma ventosa e fredda, in cui gli alberi in inverno sono creature smunte di un altro mondo, in cui il silenzio è una forza con cui fare i conti, i palazzi crollano sotto l’umidità e il buio spaventa ancora.”

Ora aggiungete, che questo è un libro che si racconta solo per addizione: aggiungete pirati, galeoni, uno splendido angelo caduto di nome Wendy e una banda di marmocchi con pessime intenzioni.

Meravigliati? Siamo solo all’inizio: "Chi alla Meraviglia chiude gli occhi, di Morte sente tredici rintocchi".

Quindi, occhio a come vi comportate.

Arrivano un paio di morti ammazzati e si sente il soffio del passato: “Dì loro che sta tornando”.

Chi stia tornando si fa presto a immaginarlo: qualcuno lo vuol chiamare Peter; un tempo era noto come Pan.

Questa non è una storia semplice, questa è una favola nera.

In poco più di 460 pagine Francesco Dimitri fa qualcosa che non riusciva più a nessuno da un sacco di tempo: fa sognare.

E fa battere i denti, tremare i polsi.

Spalanca mondi orribili e meravigliosi.

Sembra di leggere il Gaiman migliore, quello di American gods. Non c’è pietà per i miti né per la società contemporanea. La scrittura è agile e tagliente come la lama di un rasoio.

Combinare il mito di Pan – il dio greco dei baccanali primordiali, della pulsione vitale, libera, del rifiuto di ogni dogmatismo – e il Peter Pan di Barrie non è un gioco da ragazzi.

Ma Dimitri, nonostante la giovane età (classe 1981) non è un ragazzino.

Scrive con una forza e un’acribia uniche, ha l’autentico dono dei cantastorie d’un tempo. Fa grandissima letteratura popolare raccontando storie eterne.

Il ragnarök nei cieli della capitale, divinità arrabbiate e decadute che se le danno di santa ragione, vecchi e bambini cattivi (mica tanto sperduti, a dirla tutta) che formano un affresco inusuale.

Il romanzo di Dimitri è L’Apocalypse panoramique di Lachappelle in prosa. Leggendolo si ha la medesima sensazione di straniamento che si prova di fronte agli scatti del fotografo americano.

La profondità è epica, la scena è minuziosamente calcolata. Sono perfette le luci, gli accostamenti cromatici.

Sembra Michelangelo. Poi ci si avvicina e saltano agli occhi tatuaggi e piercing, i modelli sono popstar, homeless e donne incinte.

Il risultato non è mai grottesco.

Il risultato è Tim Burton. Il migliore, quello di Nightmare before christmas.

Fatevi un favore: procuratevi il libro di Dimitri e leggetelo di sera, quando la città ha smesso di strillare.

Sarà come tornare bambini.