DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

domenica 25 novembre 2007

Casalecchio superstar: cronaca di una due giorni strepitosa a braccetto con Lucarelli e (metà de)i KAI ZEN

Appena tornato e già alla tastiera. Week end talmente perfetto che non sto più nella pelle dalla voglia di raccontarvelo.

Ma andiamo con ordine, come di consueto.

Sveglia presto (sette e mezzo) la mattina del sabato. Notte parzialmente insonne (grande tensione. Di mio sarei pacioso e sereno, ma incontrare il Maestro fa sempre un certo effetto…) e aspetto (più) stropicciato (del solito). Il dottor Boda (ma da queste parti lo conoscete come Steve. Ogni tanto posta qualcosa) leggermente in ritardo, ma per le nove siamo in strada.

Torino – Milano in condizioni pietose e acquazzone gigante che non molla fino a Bologna.

Il navigatore satellitare si comporta bene e prima di mezzogiorno siamo a Casalecchio.

Valigie posate in albergo, minimo sgomento del gentilissimo albergatore (Mò io l’aspettavo con la sua signora! Mò che guaio! Adesso non c’ho la camera coi letti singoli da darle! Mò son mortificato…) subito rassicurato (Non si preoccupi! Io e il dottor Boda siamo amici da vent’anni. Tra campeggi, vacanze, gite scolastiche, non è davvero la prima volta che ci capita di dividere il letto. Oddio, avrei preferito quella bella bionda della mia mogliettina, ma vedremo di arrangiarci…).

E via, verso la Casa delle Culture. Anzi, verso il posto dove siamo stati gentilmente invitati per pranzo, che dista un paio di metri dalla Casa delle Culture.

L’invito dice 13.30 e alle 12.59 siam già lì.

Pare brutto…

Meglio un Campari per ingannare l’attesa.

13.30 entriamo nella sala e Mastro Carlo Lucarelli è già seduto a tavola. Do le mie generalità alle signorine della reception e volo a presentarmi. Carlo è molto gentile. Di persona è pacato, rasserenante, molto timido. Ti mette subito a tuo agio.

Il suo tavolo è tutto occupato e io e Stefano (il dottor Boda, ndr) ci sediamo con gli agenti della Polizia Scientifica di Bologna.

Pranzo fantastico. Gli scienziati della Pubblica Sicurezza ci illuminano su procedure di base, sopralluoghi, rilievi. Stefano li mitraglia con una domanda pesante: “Che ne pensate dei RIS (la serie tv, non il reparto dei Carabinieri)?”

Momento di imbarazzo, ma la Forza Pubblica ha una diplomazia da lord inglese: “Meglio il tenete Colombo…”

Dopo pranzo ci catapultiamo alla Sala Conferenze e assistiamo allo “scontro” Roma-Bologna: Bettini e Lucarelli VS Mongai, Pietroselli e Zandel. Si parla di “scuola” bolognese e “non-scuola” romana.

A sovrastare tutti per simpatia e acume l’incontenibile Mongai, in maglione oversize, barba trimestrale e sneakers immacolate con lo strappo. Ne ha per tutti, non risparmia nemmeno i concittadini. Un autentico genio out of control. Se scrive come parla in pubblico (mea culpa: non ho mai letto nulla di suo), finirò per comprarmi in blocco la sua intera produzione.

Bolognesi e romani depongono le armi dopo un’ora e mezza. Annuncio: mezz’ora di pausa e poi tocca me.

Tensione: non mi sentivo così dai tempi degli esami.

Un minuto prima dell’inizio piomba in sala metà dei KAI ZEN: Jadel Andreeto e Guglielmo Pispisa.

Coi KAI ZEN non ci si era mai visti di persona, ma da quando ho scoperto La Strategia dell’Ariete e li ho contattati, ci si scrive parecchio. La prima stretta di mano è come un abbraccio tra vecchi commilitoni.

Dopo dieci minuti di chiacchiere, sembra ci si conosca da sempre. È meraviglioso.

Carlo occhieggia dal fondo della sala.

Si sbraccia, si avvicina, mi tira per un braccio e accenna al palco: si va in scena.

Di quello che si è detto sul palco non farò parola per non tediarvi. Potete guardare l’intero intervento cliccando qui e scaricando il video dell'intervento MISTERI ITALIANI: IL NOIR CHE RACCONTA LA NOSTRA STORIA RECENTE (unico avvertimento: il video dura due ore e fischia. Skippate pure i primi minuti perché è puro sottofondo musicale in attesa che ci sedessimo)

Vi basti sapere che in scena con me, da sinistra a destra c’erano Valerio Lucarelli, Gianni Cipriani, Andrea Santini, Alex Boschetti e Vittorio Mascherpa. Autori illustri e preparatissimi con punti di vista inediti sugli equilibri internazionali. Grande esperienza.

Alla fine della gran kermesse ci sta la meritata sigaretta nel patio e uno strascico di chiacchiere con Santini (che mi ha illuminato sulla DC dei Settanta. Gli sarò grato in eterno) e Zandel (comunicazione di servizio: “Diego: ti scrivo al più presto, promesso!”).

Fuori ci sono Carlo, gli ZEN, il dottor Boda e Lorenzina Ghinelli (co-autrice di J.A.S.T.) che ci ha raggiunto da Santarcangelo di Romagna.

Si opta per una bevuta tutti insieme. Carlo è di fretta, alle 21.00 c’è una proiezione e sono già le otto e dieci. Sarà per la prossima volta.

Insieme agli ZEN ci sono una paio di amici di Jadel directly from Bolzano: la famiglia si allarga e le medie vanno giù che è un piacere.

Gli aperitivi si moltiplicano per magia e verso le dieci siamo tutti seduti intorno a un tavolo a mangiare Sushi vicino allo stadio del Bologna.

Serata davvero meravigliosa! Guglielmo, Jadel e la sua dolce metà, gli amici Fabio e Stefano sono davvero speciali. Si parla di libri, cazzeggio, viaggi a New York, Romanzi Totali alla maniera di Liala, Guerrieri della Notte, la parentesi Next di Steve Jobs, Matrix e Buscaglione. Tra ottimo pesce crudo, chili di wasabi, sake, birra giappo e greco di tufo.

La notte finisce in Feltrinelli e spiace a tutti dirsi addio.

Il dottor Boda compra LA STRATEGIA DELL’ARIETE e se lo fa firmare da metà degli autori.

Io, invidiosissimo, rosico per non essermi portato la mia copia dietro.

Alla fine compro l’ultimo di Guccini e Macchiavelli e in uno slancio di poesia alcolica me lo faccio firmare da Jadel e Guglielmo. I KAI ZEN, impassibili, autografano commentando: Dio è morto (nelle auto prese a rate).

Albergo, nanna.

La mattina seguente (stamattina) sveglia mica tanto presto (9.30), doccia e ancora un volo radente alla Casa delle Culture per consegnare le ricevute dell’autostrada e cercare Carlo per una dozzina d’autografi.

Le mie colleghe, sapendo della trasferta, mi hanno affidato i loro volumi lucarelliani, in caccia di firme d’autore.

Appena entriamo, la sala è imballata. Il procuratore antimafia Piero Grasso è appena arrivato e la gente si accalca.

Io sto quasi disperando (se torno senza autografi, mi aspetta la pubblica gogna) quando Carlo si palesa dalla tre quarti: miracolo.

Gentilissimo come sempre: firma e dedica personalizzata per tutti.

Più di così…

Soddisfatti salutiamo, abbracciamo e scappiamo, con la promessa di risentirci presto.

Tre ore di autostrada col sole, Green Day a palla ed è di nuovo casa.

Nella testa e nel cuore ricordi che si sbiadiranno a fatica.