DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

venerdì 25 luglio 2008

Confine di Stato continua a far parlare di sé: RIVISTA SCONOSCIUTA intervista il vostro scrittore over 100 preferito


INTERVISTA A SIMONE SARASSO

di Max

Prima di tutto, come ti è nata l’idea di un progetto così ambizioso, cioè raccontare quasi 50 anni di storia italiana? Qual è stata la molla che ti è scattata dentro, cosa ti ha fatto dire:”Tò, voglio raccontare mezzo secolo di un paese di terroristi, criminali in doppiopetto, pazzi sadici, neofascisti, comunisti mai domi, spie, servizi segreti deviati, stragi, bombe…a parte gli scherzi sicuramente non è stata così facile, cosa ti ha spinto come scrittore ad affrontare una materia così scottante, ampia e difficilmente interpretabile?

Ellroy e l’indignazione credo siano stati i principali motori del progetto CDS. Dopo aver letto American Tabloid e Sei pezzi da mille ho pensato cha anche la storia del nostro paese avesse parecchio da offrire per un noir del genere. Ho iniziato a documentarmi e ho passato più di un anno in mezzo alle scartoffie, ai documenti desecretati, alle relazioni della Commissione Stragi. Solo allora l’indignazione si è impadronita del sottoscritto. Prima ancora di scrivere una sola riga, ho realizzato che significasse l’impunità per le famiglie delle vittime. Che significasse, per i parenti dei caduti di Piazza Fontana, l’imputazione delle spese processuali dopo trentasei anni di processi.L’indignazione è divenuta rabbia. E la rabbia, volente o nolente, ha impregnato il linguaggio del narratore.

Nel tuo romanzo è forte l’influenza del cinema e di molta letteratura uscita in questi ultimi anni. Si trovano omaggi al cinema di Tarantino, il dialogo fra Trama e Vega (stesso nome di un personaggio di Pulp Fiction) è ripreso pari pari da una scena del film. Steve Zollo, personaggio che ha una rapida apparizione, viene direttamente da 54 dei Wu Ming, così come Lucky Luciano. Per non parlare dei debiti verso Giuseppe Genna, che tu citi come uno dei tuoi maestri. E poi non si può non vedere l’influenza del maestro americano, James Ellroy. Anche qui c’è un personaggio preso in prestito dai suoi romanzi: Pete Bondurant. Ma anche molte scelte legate al linguaggio, allo stile sono debitrici di Ellroy. Cosa puoi dirmi dei tuoi maestri, delle tue influenze, delle letture che ti hanno portato a scrivere CdS?

Hai appena citato tutta la gente (ed è parecchia) a cui questo libro deve qualcosa. Da Genna ho imparato il mestiere. A Giuseppe e alla sua quadrilogia di Lopez devo le basi del mio lavoro.Ai Wu Ming devo parecchi punti di vista. Uno su tutti, fondante nel recente dibattito sul New Italian Epic, il coraggio di osare sguardi massimalisti sulla storia più o meno recente.Tarantino è quello che mi ha insegnato tutto quello che so sui dialoghi. Un hommage era dovuto.A Ellroy, noi epici italiani, dobbiamo tutti parecchio. Per me i suoi libri sono stata pura rivelazione.Specialmente dal punto di vista linguistico.

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