DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

lunedì 9 luglio 2007

Figuraccia partigiana


Mi è stato fatto notare da uno dei miei maestri.
Il suo nome comincia con la W e finisce con un numero. Non chiedetemi di più...
Non me n'ero accorto quando l'ho scritto, giuro. Per cui, nonostante la ignominiosa gaffe, le intenzioni erano le migliori.
Ad ogni modo, mea culpa...
In un passo di Confine, nella fattispecie sto parlando di p.286, ascrivo a fabio Riviera un passato che non gli appartiene. Il gioco partì da una citazione: volevo descirvere le origini partigiane del Padrone dell'Italia, e la mia penna fece corto circuito con uno dei miei testi di riferimento, 54.
Mi sovvennero le parole che i cinque spesero per Ettore Bergamini, quelle che gli Yo Yo Mundi hanno immortalato nel disco che porta lo stesso nome del romanzo di Wu Ming:

Aveva partecipato a scontri a fuoco violentissimi, interminabili.
Aveva usato esplosivi, teso imboscate, giustiziato nemici, combattuto a fianco di inglesi, cecoslovacchi, russi, e perfino un indiano, Sad. Non un pellerossa, un indiano dell'India, col turbante in testa.
Aveva visto Ettore Ventura «Aeroplano» caricare i tedeschi in groppa a un cavallo bianco.
Aveva visto la madre di Fonso capitare nel bel mezzo di un combattimento, incurante delle pallottole - una spedizione di chilometri! - per portare al figlio una ciotola di zabaione.
“Poverino, sono ore che stai combattendo, e non hai mangiato niente…”
Fonso l'aveva guardata, stravolto, incapace di credere a ciò che vedeva.
Poi aveva bevuto lo zabaione e aveva detto:
“Grazie, mamma. Però adesso ti metti al riparo!”

Ed ecco la gaffe: Riviera combatteva i fascisti esattamente come Ettore. E fin qui va bene.
Ma Riviera era un "bianco". E ascrivendogli il passato di Ettore, ho (involontariamente) traformato in "bianchi" pure personaggi come Lupo, Fonso o Areoplano. Personaggi realmente esistiti, che s'incazzerebbero non poco se si vedessero trasformati in quello che non sono MAI stati: amici dei preti.
Che posso dire? Ormai il danno è fatto.
Non mi resta che citare l'intramontabile Caterina Caselli: perdono, perdono, perdono...
Nessuno dei vecchi compagni è più tra noi.
Ma sono convinto che qualcuno, in qualche modo, gli farà avere il messaggio...

Nuova recensione (con refuso) per CONFINE

Nuova lusinghiera recensione per CONFINE DI STATO su BORDER FICTION firmata Giovanni Zucca. O forse dovrei dire Giovanni Tucca, visto che lui mi chiama Simone Tarasso...
Cose che capitano.