DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

domenica 14 settembre 2008

Il Sarassone (e il prode Maestro Rudoni) al Copyleft Festival di Arezzo: microcronaca di una due giorni sotto l'acqua

Ieri l'altro, io e il mio socio Rudoni siamo stati ospiti del Copyleft Festival di Arezzo. Manifestazione straordinaria, maltrattata dal diluvio universale che in questi giorni sta schiaffeggiando mezza Italia.
Trasferta faticosa ma molto piacevole.
Partenza alle otto di venerdì da quel di Novara, lotta greco romana contro l'acquazzone e l'asfalto non drenante fino ad Arezzo, con rapida sosta in Autogrill per Camogli d'ordinanza.
Arriviamo in centro e scopriamo che i parcheggi, nella ridente cittadina toscana, soffrono di una curiosa sindrome da deficienza affettiva. Al contrario degli altri posti macchina dello stivale, quelli aretini non gradiscono la consueta avvilente pratica del "paga quello che c'è da pagare, molla l'auto e vai pure a farti i fatti tuoi". Bisognosi d'attenzione, richiedono il rinnovo del ticket ogni due ore.
Vai tu a sapere perchè.
Dunque infiliamo le monetine, otteniamo lo scontrino e e facciamo ciao ciao agli spazi blu, con la tacita promessa di ritornare presto.
In piazza fa un caldo che sembra di essere in Africa, ma è solo uno specchietto per le allodole: non durerà.
Incontriamo Marco dell'organizzazione, ci accordiamo sull'ora della tavola rotonda e andiamo a fare due passi. Arezzo è bella, piena di turisti e di gente simpatica.
Dopo una birretta e un caffè, mi chiama Bruno dei KAI ZEN e mi dice di essere appena arrivato da Bologna.
Presenterà il libro UNO BIANCA TRAME NERE di Antonella Beccaria.
Anche Antonella è già sul posto: sono scesi assieme, in treno, dal capoluogo emiliano.
Bruno e Antonella sono fantastici: spassosi e molto preparati. Si chiacchiera finchè non è ora di andare in scena.
Mentre si chiacchiera, il tempo peggiora: addio presentazioni all'aperto. Il nubrifragio ci spinge all'interno della Camera di Commercio (credo fosse la Camera di Commercio, ma non ne sono del tutto sicuro...) e si aprono le danze.
Prima Marcello Baraghini, il patron di STAMPA ALTERNATIVA, presenta questo libro insieme al suo autore.
Il libro è molto interessante e Marcello è un vulcano. Lo ascolteresti per ore.
Poi è il momento dei fumettari in copyleft, ma confesso di essermi distratto un attimo, tra sigaretta, telefonate e ciance. Mea culpa.
Intanto arriva anche Serge Quadruppani, che deve partecipare insieme a me e Antonella alla tavola rotonda sul noir e la critica sociale.
Rientro e tocca a noi. Siccome s'è fatta una certa, decidiamo di accorpare la tavola rotonda e la presentazione del libro di Antonella in un unico evento.
Ne viene fuori una discussione da paura: si parla della Bologna dei Novanta e delle stragi ottantine, si scava sotto l'anima nera del paese, ci si scambia pareri sulle tecniche narrative.
Uno rimpianto: il pubblico. In platea poca gente (pochi ma molto buoni), per colpa del temporale infinito.
Si termina che è ora di cena e si trotta a passo spedito verso il circolo Arci Aurora, dove famelici e felici ci avventiamo su un'ottima pasta alla Checca, crostini assortiti, pizza fatta in casa e torta al cioccolato.
Vino e birra d'accompagnamento.
Si sta gran bene.
Verso le dieci, Antonella e Bruno scappano verso Bologna, Sege fila in albergo, io e Daniele pattugliamo il centro deserto alla ricerca di un whisky. Alla fine ce la facciamo, ma siamo zuppi, mannaggia.
Nessuno dei due è stato così lungimirante da portarsi un ombrello.
Verso mezzanotte l'organizzazione ci cerca al cellulare: "è ora della nanna - dicono - Vi si porta in foresteria".
Noi, mesti e da strizzare, la smettiamo di gozzovigliare e ci facciamo accompagnare.
Doccia, lungo sonno, lauta colazione al Bar degli Svizzeri (in realtà gestito da simpatici ragazzi rumeni) e di nuovo in centro, perchè Daniele deve disegnare la vetrina della libreria EDISON di piazza Risorgimento.
Mi piacerebbe postarvi una foto del disegno ma, a dirla tutta, non solo non ho avuto occasione di immortalarlo: manco l'ho visto.
Sempre per colpa del dannato biglietto del parcheggio, che vuol esser cambiato molto più sovente che il pannolino d'un neonato.
Morale: non solo faccio dei chilometri per rintracciare l'auto e sostituire l'odioso pezzo di carta, ma mi becco pure tutta la pioggia della Toscana.
Una volta arrivato in auto, mi cambio perchè sono marcio e alzo bandiera bianca (fuori dal finestrino, l'uragano).
Daniele mi raggiunge non appena spiove e si parte.
Al dinamico duo si aggiunge un compagno di viaggio: Francesco, operatore di ARCOIRIS (che ha ripreso tutto il festival), viaggiatore, persona meravigliosa.
Tra un pieno di benzina, centinaia di chilometri e qualche sosta panino, Francesco ci racconta dei suoi cinque mesi in India, del giro in moto sulla vetta più alta del mondo, della barba che si è tagliato da poco.
Noi, pasciuti stanziali di risaia, rosichiamo e stiamo a sentire.
Francesco lo lasciamo a Modena: ci si promette di risentirci presto.
Ancora un due orette e mezza ed è finalmente casa.
Distrutti ma soddisfatti.
Pizza a cena, nanna presto.
Oggi riposo e scrittura.
Domani ricomincia la scuola: occorrono tutte le energie possibili.