DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

giovedì 28 maggio 2009

Settanta Hard Boiled: cronaca di troppi giorni di tonsillite e presentazioni e birra e passi da gigante sulla via della guarigione...

Non era una notte buia e tempestosa, ma piuttosto un pomeriggio con un caldo da cani. Giovedì 21 maggio: la giornata più calda dell'anno. Novara affondava nell'afa, pareva di stare a luglio. Io, amante sfegatato delle temperature equatoriali, me la godevo a torso nudo nel mio studio, battendo sui tasti con successo e sorseggiando, non senza qualche malizia, caffè freddo fatto in casa. Alle 17.15 infilai una camicia di lino e la mia vecchia digitale e mi precipitai in centro: L'uomo sarebbe arrivato a minuto. L'uomo, al secolo Giorgio Faletti, aveva venduto milioni di libri. Libri che mi ero stra-goduto (il primo), che avevo letto con piacere (il secondo), che non avevo letto affatto (il terzo) e che ero ansioso di leggere (il quarto che, secondo i ben informati, assomigliava un sacco al primo). Arrivai con un certo anticipo e notai una folla robusta e corpulenta accalcarsi alle vetrine del Mel Book Store nuovo di pacca in corso Italia. Scavalcai la mandria umana e scivolai oltre le porte in vetro temperato: nonostante il vetro, la temperatura, all'interno, non migliorava. il termometro sballava oltre i 28°. Feci un giro per rinfrescarmi e agguantai un paio di tartine. Il mio occhio di investigatore allenato scivolò su una pila di SETTANTA fresca di stampa. Il bollino rosazzuro NOVITA' ammiccava, fluo, dalla copertina. Non feci nemmeno in tempo a salutare il mio amico Alessandro che L'uomo entrò. Più alto di come l'immaginavo, occhi di ghiaccio, parlata sicura. Dedicò a me e ad Ale appena una decina di minuti; poi tornò dal suo pubblico: anche senza microfono lo stordì, lo incendiò, lo fece ridere e applaudire. Nonostante il caldo africano, nonostante la totale assenza di amplificazione, erano tutti lì per lui: orecchie tese, a pendere da quelle labbra fini, disegnate da un rasoio. In quel preciso istante capii il significato dell'espressione UN MILIONE DI COPIE. L'uomo fece il suo show, dopodichè diede disposizioni e la folla si ordinò in una lunga fila. Centinaia di persone libromunite, in attesa dell'autografo, del feticcio, dell'eterno ricordo. La feci due volte quella fila. Sudando, imprecando per la camicia incollata alla schiena, per gli spifferi che maltrattavano il mio collo madido e bianchiccio. La prima volta ottenni quello che volevo. La seconda donai all'uomo la mia creatura. L'uomo fu gentile: volle che firmassi la sua copia di SETTANTA. Scambio di cicatrici a penna blu su pagine lucide come la neve: Alessandro ci immortalò. Quella foto finì sul giornale qualche giorno dopo. Questa è tutta la storia. Ma significa poco e niente. Quello che successe dopo... quello sì che è davvero importante. Dopo finimmo a cena da Ale. Le nostrre donne ci raggiunsero: mangiammo salato, bevemmo birra e vino. Faceva caldo: spalancammo le finestre. CORRENTE. Fu così che iniziò tutto. Quello fu lo zenith esatto della mia settimana. Fu così che presi freddo. Fu così che, a meno di ventiquattro ore dall'anteprima mondiale di Settanta, mi beccai la tonsillite.

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E qui finisce la metà hard boiled della storia e inizia quella tragica.
L'indomani del grand soirée falettiano mi alzo con un certo pizzicore in gola, ma non ci faccio caso più di tanto. Vado a scuola, disegno per 88 bambini decine e decine di animali con 36 gradi all'ombra, torno a casa, mi butto sotto la doccia e mi appronto per Officina Italia.
Camicia bianca appena stirata, lo dico perchè è importante.
Insieme alla Lara e al Pava (mia moglie rimane a casa, pora stella, è venerdì sera e il sabato mattina lavora) approdiamo senza difficoltà alcuna alla Palazzina Liberty, in Largo Marinai d'Italia 1 a Milano. Scendiamo nel sottosuolo fino al bar e afferiamo con foga delle birre. Intanto arrivano anche Jacopo De Michelis, Federico Baccomo (a.k.a. Duchesne), Antonio Scurati, Alessandro Bertante e Fabio De Luigi. La truppa s'ingrossa e noi trangugiamo birre su birre per combattere la calura.
Scendo un attimo in bagno e, come nel migliore dei film splatter, succede il finimondo: il mio naso, che non aveva dato problemi negli ultimi vent'anni, d'improvviso cede e si tramuta in un irrefrenabile pompa ematica: ho l'epistassi. Porca di quella troia.
Ora, facciamo due conti: ansia da palcosenico (mentre sanguino copiosamente, quattrocento persone prendono posto) + camicia bianca (pronta a trasformarsi nella shirt che indossò tarantino alla prima di Hostel) + qualche birra in corpo + tonsille in espansione + febbre in arrivo = un bel casino.
Proprio un bel casino. Mentre cerco di darmi una sistemata, mi guardo allo specchio: sembro il fantasma di Johnny Rotten dopo una striscia lunga un chilometro e una pera di roba. Solo più in carne.
A un passo dal panico, da uno dei cessi alle mie spalle spunta Fabio De Luigi. Lui è lì al posto di Niccolò Ammaniti: leggerà un brano scritto da lui e chiuderà la serata. Io, invece, devo salire sul palco tra poco, e la mia narice destra sembra la fontana di Trevi il 19 ottobre 2007.
Fabio è gentilissimo: prima mi chiede come sto. Poi si offre di ripassare la parte insieme e infine, senza nemmeno imporre le mani, esercita un benefico influsso che arresta il flusso sanguigno.
Per miracolo la camicia è ancora intonsa. Mi sciacquo, mi do una regolata e torno di sopra.
Faccio il mio dovere senza intoppi e poi, finalmente, svengo su una poltrona (al bar) fino a quando non è tutto finito. Incredibile soddisfazione nel finale: Ottavia Piccolo (ci credereste?) si avvicina per farmi i complimenti e stringermi la mano. A momenti ci resto secco.
Poi ci sono un sacco di amici con cui chiacchierare: Rita, Sergio (grandissimo!), Francesco, Matteo (che è venuto apposta da Verona e ha fatto le foto), Grazia e Stefano che, stringendo una copia di CONFINE DI STATO, mi dice: "QUESTO... E' UN CAZZO DI LIBRO!", ed è il miglior complimento che abbia mai ricevuto da quando scrivo (non me ne voglia la signora Piccolo...).
Poi la febbre ha la meglio e la Lara e il Pava mi riportano a casa.
Me la misuro per curiosità prima di andare a nanna: 38.7...

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L'indomani è sabato e mi riposo. Però, proprio sul più bello, quando sono gonfio di antibiotici e tachipirina, nè sveglio nè addormentato, sento suonare alla porta. Guardo dallo spioncino e scorgo due tizi nerovestiti. Penso a Ultor e rabbrividisco, poi mi ricordo che è il giorno della benedizione delle case. Riguardo dallo spioncino: niente machere antigas: sono preti. E giovani per lo più. Adesso, io non sono nemmeno credente, ma 'sti due poveri cristi girano bardati come esploratori Sardauker con 38 gradi all'ombra: hanno bisogno di una pausa.
Li faccio entrare, do loro dell'acqua e facciamo due chiacchiere. Scopro che uno è messicano ("Cristo! Non mi attaccherà mica la suina?", pensano le mie tonsille...) e ha diciannove anni, l'altro è veneto e di anni ne ha 28. Fino a poco tempo fa faceva architettura e ha fatto anche l'Erasmus in Portogallo. "E come cazzo ti è venuto in mente, fratello, di fare il prete?", vorrei chiedergli. Ma non faccio in tempo: suonano di nuovo alla porta. Guardo dallo spioncino e vedo altri tre tizi vesiti di nero fino ai piedi.
Entusiasta del clima da Hellzapoppin' li faccio entrare e accomodare: altri due messicani e un veneto. Che bevono acqua, vestiti da prete, nella mia cucina.
Per un attimo mi chiedo se nel paracetamolo non ci fosse anche uno schizzetto di codeina: cazzo, ci sono tre preti messicani e due veneti nella mia cucina e sono perfettamente sobrio.
"Non mi crederà nessuno", penso. Mia moglie dirà che avevo le visioni.
Per cui faccio una foto e chi s'è visto s'è visto (eccola qua).
Poi pregano e finalmente li caccio e torno a letto. Non succede nulla fino al giorno successivo.

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Il giorno successivo è domenica 24 maggio. E alle sei, in centro, c'è la presentazione di Settanta.
L'atmosfera è bollente, in città e su facebook c'è parecchia attesa. E infatti, quando io e il mio amico Luca Ottolenghi arriviamo in loco, benchè manchi più di mezz'ora all'inizio, ci sono già diverse persone che occupano le sedie schierate come fanti prima dell'assalto sotto i portici del Teatro Coccia. Il proprietario della libreria mi accoglie e chiacchieriamo mentre i portici si riempiono sempre di più. Quando cominciamo ci sono solo posti in piedi: cento persone, anima più anima meno.
Io e Luca parliamo per più di un'ora: di stragi, di americani, di Servizi, di Pasolini, dei Settanta. Poi è il momento della musica: Marco Pasquino suona, il pubblico apprezza. Poi firme, birra per Luca, Tachipirina per me e un panino prima della nanna.
Ospite illustre e inatteso: Riccardo Bertoncelli (sì, proprio quello dell'Avvelenata di Guccini).

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Ieri sera, esattamente in concomitanza con la finale di Champions e la presentazione della giunta, sprezzanti del pericolo come autentici samurai, io e Gianluca Mercadante siamo andati a presentare le nostre ultime fatiche letterarie (SETTANTA e POLAROID) all'ultimo incontro della rassegna AD ALTA VOCE. Ci siamo presentati a vicenda e abbiamo intrattenuto il gentile pubblico (non numerosissimo, va detto; ma molto, molto preparato) per un paio d'orette parlando di questo malandato Paese.

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Oggi è giovedì; e il prossimo appuntamento in vista è quello di sabato. Duplice incursione genovese in combutta con il compagno Ettore Maggi.
I nostri due libri, SETTANTA e IL GIOCO DELL'INFERNO, saranno protagonisti prima alla Libreria Il Libraccio, in via Rossetti 2 alle 17.30, e poi in piazza Matteotti alle ore 21.00.
Accorrete numerosi, mi raccomando. Ci si vede là.

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Prima di chiudere, la rassegna stampa di SETTANTA, aggiornata a questa mattina.
Del mio nuovo libello si sono occupati LIBERAZIONE (oggi), PANORAMA.IT (ieri), PAGINA.TO.IT, MILANONERA, NOVAMAG e per ben due volte il quotidiano locale TRIBUNA NOVARESE.

mercoledì 27 maggio 2009

La rassegna stampa è aggiornata...


Siore e siore,
nella colonna a destra tutto ma proprio tutto (sotto la copertina del libro, TUTTE LE INTERVISTE, TUTTE LE RECENSIONI e TUTTE LE SEGNALAZIONI) quello che fino ad oggi è uscito sulla stampa e in rete su SETTANTA. Nei prossimi giorni seguiranno ulteriori aggiornamenti e resoconti delle prime uscite pubbliche.
Aspettate solo che mi ripigli dalla tonsillite e, come sempre, vi sciorinerò righe su righe di facezie riguardo al mio tour.
A presto!

giovedì 21 maggio 2009

Una sorpresa: il Sarassone oltreoceano


Non sono passate nemmeno ventiquattr'ore da quando SETTANTA è approdato sugli scaffali delle librerie e ho già ricevuto 185 (centottantacinque!!!!) mail di amici e lettori che sono corsi ad acquistare o hanno visto in giro il mio secondogenito.
Ce n'è addirittura una che mi ha commosso: Marco ha comprato ieri il volume e questa mattina all'alba l'aveva già finito. Una notte insonne invischiato nei meandri degli anni di piombo...
Sono senza parole: davvero.
Per festeggiare questa incredibile bordata d'entusiasmo, vi posto qui una piccola perla.
Questo intervento, firmato dal professor David M. Ward, titolare della cattedra di italianistica del Wellesey College (MA, U.S.A.), è stato letto a New York in occasione della XXIX Annual Conference of the American Association for Italian Studies, alla St. John's University, nel Manhattan Campus (tenutasi dal 7 al 10 maggio scorsi). Nel testo si parla dei diversi approcci alla storia e alla letteratura del nostro Paese contenuti nei miei libri, in quelli di Giancarlo De Cataldo e di Roberto Saviano. Sono davvero onorato che le mie parole viaggino così lontano e ci tenevo a condividere con voi questa gioia.
A breve, non appena evaderò tutta la posta arretrata, pubblicherò un primo elenco web dei luoghi ove potete trovare pezzi e citazioni riguardanti SETTANTA. Statevi bbuoni...

mercoledì 20 maggio 2009

Oggi è il giorno: SETTANTA è in libreria


Ragazzi e ragazze, signori e signore, gentili amici lontani e vicini,
ci siamo. Da oggi il mio secondogenito è finalmente in libreria. Vi segnalo subito un paio di pezzi veramente tosti, usciti su due delle testate "giallonere" che leggo più volentieri:
THRILLER MAGAZINE offre ai suoi lettori un'anteprima del romanzo (un incipit che non è l'incipit) e MILANO NERA mi dedica addirittura la copertina pubblicando in homepage la mia intervista con Luca Ottolenghi.
Di qui a qualche giorno parte il tour, ladies & gentlemen, per cui se, oltre a leggermi, avrete anche piacere di vedermi live, sarò in giro.
Le prime due date:
OFFICINA ITALIA, venerdì 22 maggio, h. 21.00 - Milano - Largo Marinai d'Italia 1, Palazzina Liberty
NOVARA, LIBRERIA LAZZARELLI, domenica 24 maggio, h. 18.00 - via Rosselli 45 (portici teatro Coccia)
Ci si vede in giro.
E, mi raccomando: fatemi spaere che ne pensate del nuovo nato!

domenica 17 maggio 2009

Sarasso live @ Salone del Libro: cronaca affaticata di una due giorni fiammeggiante in quel di Torino

E' stata dura, ma ce l'abbiamo fatta.
Dopo questa due giorni torinese in quel del Salone, mi sono reso improvvisamente conto che se aggredirò in maniera così decisa ogni trasferta, probabilmente non sopravviverò al tour di Settanta...;-)
In due (quattro? Cinque?) parole: non ho (più) l'età.
Ma andiamo con ordine, che se no ci confondiamo. Venerdì sveglia a un orario decente, valigia, doccia, saluti su facebook ed è già ora di scendere dabbasso. Il campanello trilla, la pioggia viene giù che Dio la manda e il mio amico Luca Ottolenghi è già pronto alla guida della sua fiammante Opel Corsa. Luca veste leggerino: glielo faccio notare mentre mi sistemo la sciarpa sopra la felpa col cappuccio e il giubbotto impermeabile. Ci fissiamo per un secondo mentre l'acquazzone continua a scendere e il termometro dell'auto segna 14 gradi; poi scoppiamo a ridere: nessuno dei due ha azzeccato l'abbigliamento adatto. Ma ormai è tardi: via che è ora, la strada chiama.
Il navigatore è puntato sul Lingotto, ma io e Luca apparteniamo a quella specie di persone che si perde pure nel salotto di casa propria, e dunque finiamo fuori strada in men che non si dica. Di mio giro abbastanza, lo sapete, ma in genere non sono solo: insieme a me c'è sempre qualcuno dotato di buon senso - dell'orientamento - tipo Daniele, Ste o la mia dolce metà; ecco perchè riesco, in un modo o nell'altro, ad arrivare a destinazione o a tornare a casa. Questa volta, il mio compagno di viaggio è piazzato peggio di me. That's why, dopo aver avvistato il cartello TORINO, ci ritroviamo in men che non si dica in mezzo a un gran casino di viuzze che poco c'entra con l'ex stabilimento FIAT. Via Nizza è chissà dove ma noi col cavolo che ci facciamo prendere dal panico. Parcheggiamo, sgusciamo fuori dall'auto e ci rintaniamo nel primo bar aperto. Doppio panino con birrone al seguito e la vita ti sorride. Difatti, solo un'ora dopo, approdiamo al Salone sotto un temporale che levati.
Incontro al volo con lo staff Marsilio (quasi) al gran completo e siamo dentro. Molliamo zaini e zainetti e cominciamo a girovagare. I miei ricordi di venerdì non sono nitidissimi. Ho appuntato appena un paio di flash piuttosto significativi: incontro un bel po' di amici conosciuti su facebook (Corrado, Emanuele, Fabrizio, tanto per citarne qualcuno. Peccato non aver beccato Luca. So che sei passato sia da Marsilio che da Agenzia X, ma si vede che ero sperso tra i meandri della fiera... sarà per la prossima volta), non trovo almeno duemila persone che dovevo incontrare, mi becco con Annarita e Paolo ed è sempre un piacere, acquisto diverse birre che consumo, rigorosamente seduto in terra, col mio compagno di ventura Luca, mi faccio intervistare da almeno tre coppie di sondaggisti, conosco Andrea allo stand di Agenzia X, mi accordo con Alessandro per un'intervista (bella Ale, grazie mille!) e con Luca per andare in Radio (domenica 7 giugno, h13.00, Radio 2, Tutti i colori del giallo, tenete a mente, gente...), acchiappo i volantini per la festa di Minimum Fax (e incontro di persona Cataldo: grandissimo!), vedo Alessandro e Alessandro (qui ci vogliono i cognomi, se no andiamo insieme... Bertante e Beretta) e pianifico con loro la serata, ma soprattutto COMPRO UN QUINTALE DI LIBRI.
In poco più di trenta minuti, riesco ad accaparrarmi:
- Anteprima nazionale, antologia (con racconti di Avoledo, Bergonzoni, Celestini, De Cataldo, Evangelisti, Falco, Genna, Pincio, Wu Ming 1) a cura di Giorgio Vasta (che è lì mentre compro il libro, tra l'altro), Minimum Fax
- Vite spericolate, Patrick Fogli, Verdenero
- L'ultimo giorno felice, Tullio Avoledo, Verdenero
- I dannati di Malva, Licia Troisi, Verdenero
- Cani da rapina, Luca Moretti, Purple Press
- Splendido splendente (Premio Calvino 2009, romanzo straordinario sugli Ottanta e su Moana), di Ivan Guerrerio, Agenzia X
- Guida Steampunk all'Apocalisse, Maragret Killjoy, Agenzia X
- Il sindacato dei poliziotti Yiddsh, Micheal Chabon, Rizzoli
- L'isola degli uomini superflui, Stephano Giacobini, Spoon River (questo in realtà non è un acquisto, ma un regalo. Il mio amico JP Rossano, per interposta persona, me ne ha fatto dono).
Ebbro di shopping selvaggio, abbandono il campo verso le sette e mezza. Passaggio radente in albergo e poi a cena a casa di una futura autrice Marsilio. Lanostra ospite, gentilissima, ci introduce a un pantagruelico buffet che io e il mio socio, prontamente seguiti dal buon Bertante, dal mio boss Jacopo De Michelis e il resto dello staff Marsilio, ci accingiamo a saccheggiare.
La cena è squisita, il beveraggio ottimo e abbandonate e la conversazione gustosa. Incrocio anche Enrico Remmert e Gero Giglio, con cui chiacchiero piacevolmente. A un tratto s'è fatta una certa ed è ora di levare le tende. Sotto la pioggia battente c'infiliamo in macchina: io, Luca, Alessandro Bertante e le due Chiara dell'Ufficio Stampa Marsilio.
Arriviamo alla festa di Minimum Fax che già l'ingresso è difficoltoso: milioni di persone (invitomunite) prendono d'assedio il piccolo locale adibito al party. Entriamo in qualche modo e acquistiamo qualche birra. Anche qui, i miei ricordi della serata non sono esattamente nitidi, ma qualche flash è sopravvissuto all'oblio. Tra le scene degne di menzione, c'è sicuramente quella in cui, nel bel mezzo della folla, proprio in cima alle scale scivolose che collegano i due piani del locale, io riconosco una compagna di università che non vedevo da un decennio. Non faccio tempo a salutarla che rovina bruscamente in fondo ai gradini. Rimango a bocca aperta, col bicchiere a mezz'aria. Controllo: grazie a Dio non s'è fatta nulla. Ride e sta bene.
E poi ancora chiacchiere in fila (la festa intera èuna fila: per prendere da bere, per salire a fumare, per scendere a ballare...) con Annarita e Paolo, un Cappi in ottima forma che scorgo di lontano ma non riesco nè a raggiungere nè a salutare, altri amici che non vedevo da un millenio e alcool, alcool, alcool...
Sono le tre e qualcosa quando decidiamo di tornare in albergo. Ci segue Jacopo, che dorme nel nostro stesso hotel. Lungo la strada raccattiamo Vicky e la portiamo (non senza qualche difficoltà) dove alloggia.
Varchiamo la soglia della hall verso le quattro meno un quarto e il mio capo mette ai voti il bicchiere della staffa. Io e Luca appoggiamo la mozione e ingolliamo un abbondante Macallan ghiacciato prima di coricarci.
E' il colpo di grazia.
Rinveniamo dopo poco meno di otto ore e dentro la testa ho un corpo di ballo latino americano che ci dà dentro senza sosta. Mi trascino in bagno, mi rendo presentabile e ingollo con foga un'aspirina effervescente. Mezz'ora dopo ho l'incarnato cinereo degli amici non morti di Romero, ma sono vivo. Sveglio il mio socio.
Invece della colazione optiamo per una pizza con salsiccia (oh yeah!), un paio di coche e un bidone di caffè. Dopodichè Luca schizza a Milano e mi lascia al Salone.
Son quasi le due quando incrocio il resto della truppa allo stand Marsilio.
Provati, per carità, ma messi decisamente meglio del sottoscritto.
Il pomeriggio scorre tranquillo: incrocio JP Rossano e chiacchieriamo di una presentazione torinese di SETTANTA al Circolo dei Lettori, scambio quattro chiacchiere col Paolino Roversi, mi fermo a fare due parole (e una foto) con Marcialis (grandissimo!) ed Eliselle. Dopodichè, scaglionati, arrivano su mia moglie, Daniele Rudoni e Luca, Ruggero e Sara di IL MIO NOME NON HA IMPORTANZA. Butto un'orecchio alla presentazione di Daria Bignardi e vado ad allestire, insieme ai ragazzi, il set musicale allo stand di Agenzia X.
Dovremmo suonare alle 18.00, ma un fulmine a ciel sereno quasi ci manda a monte lo show. Purtroppo il cavo dell'alimentazione delle casse è rimasto a casa e siamo senza voce.
Luca, Ruggero e Sara ci mettono una pezza recuperando al volo due casse e la cosa si fa, con quasi un'ora di ritardo. Mi scuso moltissimo col pubblico venuto all'ora concordata. Per farmi perdonare, molto presto posterò su queste pagine il file audio integrale di UWS - TERRA DI NESSUNO.
Dopo lo spettacolo il tempo stringe. I ragazzi del gruppo sono di corsa e noi li lasciamo andare. Con Daniele e mia moglie ci rintaniamo in un (ottimo) cinese in corso Regina Margherita e facciamo strage di anatre piccanti, involtini vietnamiti e omelette di gamberi.
Dopo, cerchiamo invano un gelato e torniamo a casa che è l'una di notte.
Stravolti ma molto, molto felici per l'esito della trasferta.
In chiusura di racconto, la morale della favola: o imparo ad andarci più leggero con la bumba e il cibo e le poche ore di sonno, o difficilmente uscirò vivo da quella settimana di giugno che mi vedrà prima a Vicenza, poi a Reggio Emilia, a Roma e infine a Milano.
Cosa dite: metto giudizio? Seee, come no...;-)

P.S. Mi sono appena ricordato di aver visto Patrick Fogli. E di avergli persino stretto la mano.
So per certo che si è portato via una copia di SETTANTA in anteprima e sono molto ansioso di sapere che ne pensa. Quello che non ricordo è il giorno in cui ci siam visti... Venerdì o sabato? Quasi sicuro sabato, ma non ci giurerei... vedete ben come son piazzato... :-D

martedì 12 maggio 2009

Tante, tante, tante cose: Settanta, Full Comics Piacenza, Musica, il Salone del Libro e Carlo Lucarelli

Signore e signori,
uno dei week end più lunghi della mia vita è appena finito. E sta per cominciarne un altro, ancora più lungo (e, si presume, ancora più fico).
Il fine settimana appena passato è iniziato giovedì sera: in una bizzarra riunione di famiglia (bizzarra perchè la famiglia era ridotta all'osso: io e mio fratello) e con l'ausilio di una solida bottiglia di whisky è nata l'idea per un romanzo. Il concept era ottimo giovedì sera ma si sà, dopo il quarto bicchiere di Glen, anche la Carrà non è poi tanto male. Per cui venerdì mattina ho fatto un check come si deve e ho steso una sinossi provvisoria della trama: devo dire che la storia regge. Per ora, ovviamente, nessuna anticipazione. Solo il titolo: Carne all'albese.
Il venerdì pomeriggio ho inforcato la fida Modus e sono volato verso i montani (per noi bestiacce di pianura, Biella è già montagna...) lidi biellesi, nel covo di Il mio nome non ha importanza. Insieme a Luca, Ruggero e Sara abbiamo definito quali saranno le linee guida dell'evento live al Salone: alle 18.00 di Sabato 16 maggio, presso lo stand di AGENZIA X, il mio racconto UWS - Terra di nessuno, verrà musicato live per presentare l'antologia in cui è contenuto (VOI NON CI SARETE, a cura di Alessandro Bertante, in libreria dal 21 maggio, ma in prevendita al Salone).
Esiste già un intro del pezzo, che vi avrei postato non fosse stato troppo grosso. Pazientate: sabato 16 il brano sarà online su queste pagine. Così potranno fruirne anche coloro che si troveranno a parecchi chilometri di distanza da Torino.
Eravamo a venerdì sera, in quel di Biella. Dopo la musica una pizza salatissima (la romana più saporita del Piemonte), qualche birra, ritorno a Novara e nanna.
L'indomani sveglia prestino e partenza per Piacenza.
Io e il mio socio Daniele Rudoni partiamo presto, arriviamo presto in quel di Piacenza e in men che non si dica ci perdiamo. Raggiungere l'expo (sede di Full Comics, la fiera del fumetto) è un'impresa pressochè impossibile e il mio navigatore, che ha in dotazione le mappe del 1918 (che mi guardo bene dall'aggiornare, essendo un taccagno di razza), non è di nessun aiuto.
Grazie alla benevolenza dell'amico Franco, che ci spiega per filo e per segno dove passare (e sottopassare) e rimane al telefono per tutto il tragitto, finalmente giungiamo a destinazione.
Scarichiamo le copie di UWS e i volantini; anche con una certa fretta dal momento che la conferenza di presentazione della graphic-net-novel alla quale dobbiamo partecipare sta per cominciare. Ci scapicolliamo nella Sala A, ma è già occupata. Da un ragazzo competentissimo che ne sa di ogni sui fumetti giapponesi. Io lo ascolto inebetito per venti minuti, dopodichè vado fuori a fumare. Quando torno, vedo il relatore filonipponico pronto ad abbandonareil campo. Purtroppo, uscendo, si trascina via tutto il suo (magro, va detto) pubblico. La sala rimane vuota e io il mio socio rimaniamo a bocca aperta (e piuttosto asciutta). Possiamo raccontarcela io e lui, ma forse non nè il caso. In più è l'ora di pranzo, quindi è opportuno ingurgitare qualcosina.
Perdiamo la prima battaglia per la presentazione di UWS; la seconda la perderemo nel pomeriggio e la disfatta finale ci attenderà l'indomani mattina.
Per un motivo o per l'altro (niente pubblico, orari sballati, un pizzico di noia) non riusciamo a raccontare ai piacentini che diavolo è UWS.
Poco importa, perchè comunque i piacentini (benchè ignari) comprano copie su copie. E a ogni copia, gentilmente e volentieri, noi alleghiamo un bel disegno di mastro Rudoni.
Il piacentini pagano e sono felici, noi incassiamo e lo siamo ancora di più.
Il pomeriggio trascorre pigro, con l'abbiocco feroce generato dalla birra e dalla salamella (senapata abbondantemente) del pranzo.
Volo radente in albergo e poi via, a cena con Franco e altri amici.
Tre parole per descrivere la cucina piacentina: MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA...
Mangiamo gnocco fritto e salumi d'antipasto, ci ribaltiamo di primi spianando due vasche di ravioli "a caramella" e pisarei e fasò, cediamo le armi contro una straordinaria sbrisolona e la sua invincibile crema al mascarpone. Chiediamo ancora aiuto alla grappa prima di collassare.
La domenica scorre liscia senza intoppi (e senza presentazioni, benchè che ne fossero un paio schedulate...). Allorquando orde di cosplayer seminudi invadono il palazzetto, noi capiamo che è giunto il momento di andare. Salutiamo Franco, sua moglie Michela e le due bimbe che nel frattempo ci hanno raggiunti e guadagnamo la via di casa.
Al nostro ritorno c'è una sorpresa con la S maiuscola. L'ufficio stampa mi ha inviato in anteprima alcune copie di Settanta. Apro il pacco (che mia moglie ha depositato sulla scrivania con religiosa devozione, senza scalfirlo) con la cura che una mamma riserva per accarezzare il nuovo nato. Sfoglio il piccolo (definirlo piccolo è imbarazzante, data la mole...), l'avvicino al fratello maggiore CONFINE DI STATO, faccio confronti e in cuor mio so che il secondo genito è assai più dotato del primo. E più bello, va detto.
Ma non lo dico, anzi mi guardo bene dall'esprimere giudizi in presenza degli infanti cartacei, casomai si offendano e il loro malumore si riverberi sulle vendite (ANIMISTA!).
La sera, a casa, si cena leggero e si guardano un paio di puntate della seconda serie di Terminator - The Sarah Connor Chronicles. Svengo che non son le dieci e mezzo.
Il giorno seguente, ossia ieri, la settimana ricomincia: lavoro, mail arretrate, discussioni collettive per progetti che stanno per nascere e, finalmente, il tanto atteso evento.
La rassegna novarese Scrittori & Giovani è al suo ultimo atto. L'ospite d'onore, che ha rimandato il suo incontro per motivi di salute di venti giorni (l'aspettavamo il 20 di aprile, ha disdetto) è Carlo Lucarelli.
Io, la mia signora, Sara (di Il mio nome non ha importanza) e Marco (il suo fidanzato) ci presentiamo all'aula magna della facoltà di economia con largo anticipo. Temiamo l'effetto Sepulveda (che ci fece trascorrere la serata in piedi) e quello Pennac (che ci levò l'aria durante l'incontro).
Prendiamo posto. Vicino a noi si siede anche Francesca, mamma New Italian Epic e amica di vecchia data. Inizia lo show: Lucarelli, introdotto da Gian Luca Favetto, è pacato e incisivo. Diretto, chiaro, mai sopra le righe. Si parla dell'Africa e di Almost Blue, della Bologna della strage del 2 agosto e di quella di oggi. Soprattutto, però, Carlo si sbottona sui prossimi romanzi in uscita: il primo, dice, avrà come protagonista il commissario De Luca. Che finirà, indagando nel 1953, a occuparsi (finalmente) di Misteri Italiani; il secondo racconterà l'altra faccia del colonialismo italiano in Africa. La seconda ondata coloniale, quella degli anni Trenta; l'ultimo narrerà la (doppia, pare) maternità di Grazia Negro - ispettrice della squadra mobile di Bologna, protagonista di ALMOST BLUE e di UN GIORNO DOPO L'ALTRO - e della sua rabbia repressa.
Dici niente...
La serata si chiude con abbracci, firme e foto di rito. Io mi metto ordinatamente in fila e quando è il mio turno sfodero la mia copia de L'OTTAVA VIBRAZIONE, esigo l'autografo e lo ripago con una copia di Settanta. Carlo è contento del dono, al punto che ci scappa persino una foto insieme, con tanto di libri. Nella foto appare evidente la somiglianza. Gemelli separati alla nascita...
Lucarelli, dopo le interviste della TV locale e le strette di mano agli amministratori, esce di scena come in una puntata di Blu Notte: rifiuta i passaggi in macchina e s'incammina sotto le luci gialle dei lampioni verso chissà dove. C'è chi dice che vada a prendere la macchina, chi giura che dormirà a Milano, chi gli ha sentito dire che farà tutta una tirata, in treno, fino a Bologna. Certezze non ce ne sono, nè gli chiediamo, rincorrendolo, di consegnarcene. Perchè questa, proprio come è solito dire lui, dopo tutto è un'altra storia...
Prima di salutarci, signori e signore, due cenni due alle cose che capitano da queste parti: sto leggendo il nuovo libro di Scurati e mi sta prendendo non poco. Il perchè non lo saprei dire: non racconta il genere di storie che leggo di solito, nè ha un doppiofondo storico (che mi rapisce sempre e comunque), però scorre che è un piacere. Sono appena all'inizio (ho letto nemmeno un centinaio di pagine), ma non credo che nemmeno alla fine del romanzo troverò le parole giuste per dire perchè IL BAMBINO CHE SOGNAVA LA FINE DEL MONDO mi piace così tanto. Non credo di avere gli strumenti adatti: mi successe con STELLA DEL MATTINO di Wu Ming 4, mi ricapita adesso.
C'è qualcuno, però, che ha scritto diffusamente (e in maniera a mio parere efficacissima) di questo libro: quel qualcuno è Mario De Santis e il suo parere lo trovate qui.
Parlando di Scurati, viene in mente Officina Italia.
Come già sapete, io presenterò in anteprima SETTANTA al festival meneghino venerdì 22 alle ore 21.00. Quello che non sapete è chi ci sarà con me quella sera. Tenetevi forte perchè si tratta di un vero parterre de roi: Gaia Manzini, Paolo Di Stefano, Michele Serra e Niccolò Ammaniti.
E' online da qualche giorno il sito aggiornato col programma completo.
Sbirciate, gente, sbirciate...
E' tutto, mi pare. Ci si vede in giro. E ci si sente presto.