DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

martedì 12 maggio 2009

Tante, tante, tante cose: Settanta, Full Comics Piacenza, Musica, il Salone del Libro e Carlo Lucarelli

Signore e signori,
uno dei week end più lunghi della mia vita è appena finito. E sta per cominciarne un altro, ancora più lungo (e, si presume, ancora più fico).
Il fine settimana appena passato è iniziato giovedì sera: in una bizzarra riunione di famiglia (bizzarra perchè la famiglia era ridotta all'osso: io e mio fratello) e con l'ausilio di una solida bottiglia di whisky è nata l'idea per un romanzo. Il concept era ottimo giovedì sera ma si sà, dopo il quarto bicchiere di Glen, anche la Carrà non è poi tanto male. Per cui venerdì mattina ho fatto un check come si deve e ho steso una sinossi provvisoria della trama: devo dire che la storia regge. Per ora, ovviamente, nessuna anticipazione. Solo il titolo: Carne all'albese.
Il venerdì pomeriggio ho inforcato la fida Modus e sono volato verso i montani (per noi bestiacce di pianura, Biella è già montagna...) lidi biellesi, nel covo di Il mio nome non ha importanza. Insieme a Luca, Ruggero e Sara abbiamo definito quali saranno le linee guida dell'evento live al Salone: alle 18.00 di Sabato 16 maggio, presso lo stand di AGENZIA X, il mio racconto UWS - Terra di nessuno, verrà musicato live per presentare l'antologia in cui è contenuto (VOI NON CI SARETE, a cura di Alessandro Bertante, in libreria dal 21 maggio, ma in prevendita al Salone).
Esiste già un intro del pezzo, che vi avrei postato non fosse stato troppo grosso. Pazientate: sabato 16 il brano sarà online su queste pagine. Così potranno fruirne anche coloro che si troveranno a parecchi chilometri di distanza da Torino.
Eravamo a venerdì sera, in quel di Biella. Dopo la musica una pizza salatissima (la romana più saporita del Piemonte), qualche birra, ritorno a Novara e nanna.
L'indomani sveglia prestino e partenza per Piacenza.
Io e il mio socio Daniele Rudoni partiamo presto, arriviamo presto in quel di Piacenza e in men che non si dica ci perdiamo. Raggiungere l'expo (sede di Full Comics, la fiera del fumetto) è un'impresa pressochè impossibile e il mio navigatore, che ha in dotazione le mappe del 1918 (che mi guardo bene dall'aggiornare, essendo un taccagno di razza), non è di nessun aiuto.
Grazie alla benevolenza dell'amico Franco, che ci spiega per filo e per segno dove passare (e sottopassare) e rimane al telefono per tutto il tragitto, finalmente giungiamo a destinazione.
Scarichiamo le copie di UWS e i volantini; anche con una certa fretta dal momento che la conferenza di presentazione della graphic-net-novel alla quale dobbiamo partecipare sta per cominciare. Ci scapicolliamo nella Sala A, ma è già occupata. Da un ragazzo competentissimo che ne sa di ogni sui fumetti giapponesi. Io lo ascolto inebetito per venti minuti, dopodichè vado fuori a fumare. Quando torno, vedo il relatore filonipponico pronto ad abbandonareil campo. Purtroppo, uscendo, si trascina via tutto il suo (magro, va detto) pubblico. La sala rimane vuota e io il mio socio rimaniamo a bocca aperta (e piuttosto asciutta). Possiamo raccontarcela io e lui, ma forse non nè il caso. In più è l'ora di pranzo, quindi è opportuno ingurgitare qualcosina.
Perdiamo la prima battaglia per la presentazione di UWS; la seconda la perderemo nel pomeriggio e la disfatta finale ci attenderà l'indomani mattina.
Per un motivo o per l'altro (niente pubblico, orari sballati, un pizzico di noia) non riusciamo a raccontare ai piacentini che diavolo è UWS.
Poco importa, perchè comunque i piacentini (benchè ignari) comprano copie su copie. E a ogni copia, gentilmente e volentieri, noi alleghiamo un bel disegno di mastro Rudoni.
Il piacentini pagano e sono felici, noi incassiamo e lo siamo ancora di più.
Il pomeriggio trascorre pigro, con l'abbiocco feroce generato dalla birra e dalla salamella (senapata abbondantemente) del pranzo.
Volo radente in albergo e poi via, a cena con Franco e altri amici.
Tre parole per descrivere la cucina piacentina: MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA...
Mangiamo gnocco fritto e salumi d'antipasto, ci ribaltiamo di primi spianando due vasche di ravioli "a caramella" e pisarei e fasò, cediamo le armi contro una straordinaria sbrisolona e la sua invincibile crema al mascarpone. Chiediamo ancora aiuto alla grappa prima di collassare.
La domenica scorre liscia senza intoppi (e senza presentazioni, benchè che ne fossero un paio schedulate...). Allorquando orde di cosplayer seminudi invadono il palazzetto, noi capiamo che è giunto il momento di andare. Salutiamo Franco, sua moglie Michela e le due bimbe che nel frattempo ci hanno raggiunti e guadagnamo la via di casa.
Al nostro ritorno c'è una sorpresa con la S maiuscola. L'ufficio stampa mi ha inviato in anteprima alcune copie di Settanta. Apro il pacco (che mia moglie ha depositato sulla scrivania con religiosa devozione, senza scalfirlo) con la cura che una mamma riserva per accarezzare il nuovo nato. Sfoglio il piccolo (definirlo piccolo è imbarazzante, data la mole...), l'avvicino al fratello maggiore CONFINE DI STATO, faccio confronti e in cuor mio so che il secondo genito è assai più dotato del primo. E più bello, va detto.
Ma non lo dico, anzi mi guardo bene dall'esprimere giudizi in presenza degli infanti cartacei, casomai si offendano e il loro malumore si riverberi sulle vendite (ANIMISTA!).
La sera, a casa, si cena leggero e si guardano un paio di puntate della seconda serie di Terminator - The Sarah Connor Chronicles. Svengo che non son le dieci e mezzo.
Il giorno seguente, ossia ieri, la settimana ricomincia: lavoro, mail arretrate, discussioni collettive per progetti che stanno per nascere e, finalmente, il tanto atteso evento.
La rassegna novarese Scrittori & Giovani è al suo ultimo atto. L'ospite d'onore, che ha rimandato il suo incontro per motivi di salute di venti giorni (l'aspettavamo il 20 di aprile, ha disdetto) è Carlo Lucarelli.
Io, la mia signora, Sara (di Il mio nome non ha importanza) e Marco (il suo fidanzato) ci presentiamo all'aula magna della facoltà di economia con largo anticipo. Temiamo l'effetto Sepulveda (che ci fece trascorrere la serata in piedi) e quello Pennac (che ci levò l'aria durante l'incontro).
Prendiamo posto. Vicino a noi si siede anche Francesca, mamma New Italian Epic e amica di vecchia data. Inizia lo show: Lucarelli, introdotto da Gian Luca Favetto, è pacato e incisivo. Diretto, chiaro, mai sopra le righe. Si parla dell'Africa e di Almost Blue, della Bologna della strage del 2 agosto e di quella di oggi. Soprattutto, però, Carlo si sbottona sui prossimi romanzi in uscita: il primo, dice, avrà come protagonista il commissario De Luca. Che finirà, indagando nel 1953, a occuparsi (finalmente) di Misteri Italiani; il secondo racconterà l'altra faccia del colonialismo italiano in Africa. La seconda ondata coloniale, quella degli anni Trenta; l'ultimo narrerà la (doppia, pare) maternità di Grazia Negro - ispettrice della squadra mobile di Bologna, protagonista di ALMOST BLUE e di UN GIORNO DOPO L'ALTRO - e della sua rabbia repressa.
Dici niente...
La serata si chiude con abbracci, firme e foto di rito. Io mi metto ordinatamente in fila e quando è il mio turno sfodero la mia copia de L'OTTAVA VIBRAZIONE, esigo l'autografo e lo ripago con una copia di Settanta. Carlo è contento del dono, al punto che ci scappa persino una foto insieme, con tanto di libri. Nella foto appare evidente la somiglianza. Gemelli separati alla nascita...
Lucarelli, dopo le interviste della TV locale e le strette di mano agli amministratori, esce di scena come in una puntata di Blu Notte: rifiuta i passaggi in macchina e s'incammina sotto le luci gialle dei lampioni verso chissà dove. C'è chi dice che vada a prendere la macchina, chi giura che dormirà a Milano, chi gli ha sentito dire che farà tutta una tirata, in treno, fino a Bologna. Certezze non ce ne sono, nè gli chiediamo, rincorrendolo, di consegnarcene. Perchè questa, proprio come è solito dire lui, dopo tutto è un'altra storia...
Prima di salutarci, signori e signore, due cenni due alle cose che capitano da queste parti: sto leggendo il nuovo libro di Scurati e mi sta prendendo non poco. Il perchè non lo saprei dire: non racconta il genere di storie che leggo di solito, nè ha un doppiofondo storico (che mi rapisce sempre e comunque), però scorre che è un piacere. Sono appena all'inizio (ho letto nemmeno un centinaio di pagine), ma non credo che nemmeno alla fine del romanzo troverò le parole giuste per dire perchè IL BAMBINO CHE SOGNAVA LA FINE DEL MONDO mi piace così tanto. Non credo di avere gli strumenti adatti: mi successe con STELLA DEL MATTINO di Wu Ming 4, mi ricapita adesso.
C'è qualcuno, però, che ha scritto diffusamente (e in maniera a mio parere efficacissima) di questo libro: quel qualcuno è Mario De Santis e il suo parere lo trovate qui.
Parlando di Scurati, viene in mente Officina Italia.
Come già sapete, io presenterò in anteprima SETTANTA al festival meneghino venerdì 22 alle ore 21.00. Quello che non sapete è chi ci sarà con me quella sera. Tenetevi forte perchè si tratta di un vero parterre de roi: Gaia Manzini, Paolo Di Stefano, Michele Serra e Niccolò Ammaniti.
E' online da qualche giorno il sito aggiornato col programma completo.
Sbirciate, gente, sbirciate...
E' tutto, mi pare. Ci si vede in giro. E ci si sente presto.