DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

venerdì 26 settembre 2008

Wu Ming 1 + New Italian Epic live in Milan: Sarassone was there (e ci mancherebbe pure...)

Periodo di trasfertismo duro e cruento, cari lettori: il vostro scrittore over 100 preferito finirà per ridursi uno straccio con tutti 'sti chilometri e tutta 'sta mondanità.
Martedì cenaccia di lavoro, ieri sera il big show del maestro bolognese e domani via che si parte per Treviso alla volta di Fumetti in TV, manifestazione di cui io e il prode Rudoni saremo ospiti per tutto il week end.
Ma veniamo a noi, e focalizziamo l'attenzione sulla splendida serata di ieri per il consueto resoconto cultural-mangereccio.
All'Informagiovani di via Dogana 2 (a due passi dal Duomo) WM1 a.k.a Roberto Bui presenta la versione 2.0 del memorandum sul New Italian Epic.
Appuntamento alle 18.30.
Alle 16.30 il sottoscritto è ancora in quel di Novara, alle prese con pargoli vocianti e sfiancati che chiedono a gran voce il magico trillo della campanella (a quanto ne so, gli alunni delle elementari sono gli unici veri fan della Gelmini e delle sue riforme contro il tempo pieno: passata l'ora di pranzo, sono tutti stremati dall'abbioco post-prandiale ed è praticamente impossibile svolgere qualunque attività didattica).
Un secondo dopo lo squillo rituale mi precipito alla vettura, mi scapicollo verso la stazione, agguanto con piratesca ferocia un parcheggio (lontanissimo, peraltro), corro al binario 4 e mi tuffo sul treno.
Nel frattempo, col fiatone e addosso una pletora di vestiti troppo pesanti per il clima torrido, faccio un colpo di telefono all'amico Luca Ottolenghi (giornalista di Rolling Stone, fido compagno delle trasferte milanesi) per ragguagliarlo sull'ora del mio arrivo nella capitale meneghina.
Luca ha l'aria mesta, trentotto di febbre e un principio di mononucleosi: marca visita, come si dice.
Non ci sarà, ma si raccomanda di registrare per filo e per segno ogni dettaglio, e di raccontargli tutto al più presto.
"Sarà fatto", prometto.
Sul treno ci sono quaranta gradi, perchè Trenitalia ha la splendida idea di accendere il riscaldamento su tutte le carrozze. Il colpo d'occhio sulla folla accalcata nel vagone è strabiliate: canottiere, magliette a mezza manica, qualcuno - me lo dice l'espressione del viso, affranta - se potesse si metterbbe a torso nudo.
Sembra di stare a Ostia.
Io, che di mio son freddoloso, rimango in camicia e leggo avidamente L'ESTATE DEL CANE NERO di Francesco Carofiglio. Libro molto bello ma permeato da una tristezza infinita. Consigliatissimo, ma con un'avvertenza: leggetelo solo se siete di cuon umore.
Il convoglio attracca a Centrale, aiuto una signora calabrese a scaricare i bagagli e mi fiondo nella metro.
Quattro fermate e sono sul posto.
Sono arrivato prestino, ma vedo già qualche amico.
Giuseppe Genna, elegantissimo (as usual) e malaticcio. Prende antibiotici da qualche giorno, ma ci tiene a dirmi che non è più contagioso.
Di mio lo bacerei (lo bacio sempre volentieri) ma siccome domani devo partire e proprio non posso ammalarmi, gli stringo la mano.
Si chiacchiera allegramente di libri e serie TV, finché al gruppo non si aggiunge Antonio Talia, stella nascente di UWS ed economista di razza.
"Antò, fa caldo... Beviamoci una birra!"
Antonio non rifiuta, anzi paga lui (gran signore).
Birretta in mezzo alla calca, m'informo se Roberto sia già arrivato ma Giuseppe dice di no.
Cioè, è già a Milano, ma ancora in stazione. Alessandro (Bertante) è andato a prenderlo.
Si vocifera che pure Biondillo sia in arrivo ma poi non verrà. Peccato.
Finalmente il Wu Ming si rivela e la folla lo acclama.
Folla, fatevelo dire, delle grandi occasioni. Informagiovani stracolmo in ogni ordine di capienza.
Si comincia, e devo dire che ascoltare Roberto è un vero piacere.
Racconta al pubblico il contenuto del memorandum e i corto circuiti che stanno alla base della sua concezione. Quando finisce di parlare, fioccano interventi sapidi.
Apre le danze Valter Binaghi (credo. Dico credo perchè io ero accomodato nel loggione, non ho visto in faccia chi ha fatto al prima domanda, ma la voce mi sembrava la sua), seguono Bertante, Altieri e parecchi altri.
Si chiacchiera a lungo, si dicono cose importanti.
Quando è tutto finito avvicino Alessandro e gli pongo una domanda teorica fondamentale: "Se magna?"
Ale annuisce, e dopo una sigarettina, il gruppone si muove verso un bicchiere e del cibo.
Gli 01.org (Eva e Franco Mattes) si manifestano all'improvviso.
Baci, abbracci, chiacchiere.
Prima dicono che non vengono a bere con noi, e nemmeno a cena. Perchè son stanchi e hanno voglia di andare a casa.
In realtà mentono, perchè dieci minuti dopo averli salutati ci richiamano e ci raggiungono.
Ah! Gli artisti...
In piazza Duomo, in cammino verso l'aperitivo, discuto di scuola con Igino Domanin. Intanto penso che sia davvero un genio e che mi spiace vederlo una volta ogni morte di papa.
Ci si accomoda nel gustoso dehor e si ordinano Negroni a mazzi (Roberto no perchè non beve). Siamo la metà di mille, ma ancora più numeroso è il gruppo di Scout (erano Scout?) che in due minuti imballa il locale e comincia a intonare canzoni popolari di un'altra epoca, tipo Parlami d'amore Mariù.
Giuro.
Io ingollo la mia bevanda saporita e chicchiero con Roberto del futuro delle produzioni wuminghiane. Mi dice un sacco di cose interessanti che però - mannaggia - non posso rivelare. Dunque ciccia, cari lettori. Sappiate solo che ci sarà parecchia roba in ballo per l'anno che viene , l'officina bolognese sta lavorando alacremente per voi.
Giuseppe e Valter Binaghi conversano profondamente di teologia.
Franco degli 01.org è rapito dalle melodie scuotistiche.
Roberto non mangia la pasta al ragù perchè è vegetariano e dunque ha una fame della Madonna.
Antonio Scurati (impeccabile come sempre) gli legge negli occhi il buco allo stomaco, si alza e invita il gruppone a schiodarsi.
A quel punto butto un occhio all'orologio e mi rendo conto che son le dieci. Il che vuol dire che non ce la farò mai a prendere il treno delle dieci e un quarto e essere a casa per mezzanotte.
Mi toccherà quello della mezza, e un numero limitatissimo di ore di sonno.
Ma chissenefrega, la serata è spaziale.
Mentre ci alziamo, Valter Binaghi racconta l'episodio dei polli di Re Nudo al Parco Lambro.
Lui c'era. E ne ha scritto, credo.
Io gli dico che gliel'ho appena fregato per metterlo in SETTANTA.
Lui sorride, poi mi rifila un cazzottone sulla spalla.
Poi ride ancora. Mi ha già perdonato.
Fiuuu... meno male. Un altra botta del genere mi avrebbe compromesso la clavicola.
Altri due passi e finalmente a cena, in un posto lì vicino dove servono un risotto che levati.
Io, Roberto e gli 01.org non possiamo resitere alla specialità della casa, Bertante è in cerca di una milanese, ma quando sbircia il menu s'indigna.
Qui la fanno coi pomodorini e la rucola. "E i pomodorini e la rucola sulla milanese sono da socialisti".
Si ride di gusto, la ordina con patate.
Durante la cena sono parecchi i discorsi pregnanti che vengono fuori. Discussioni letterarie di alto livello, ma chissà perchè non ne ricordo nemmeno uno...
Nella memoria restano fissi argomenti minori, che esulano dal paludamento del narratore o dalla mimesi linguistica; uno su tutti: i film softcore degli anni Settanta.
C'è chi si ricorda i cinema a luci rosse e chi le cose spinte le guardava su Telereporter, la sera alle undici.
Poi tocca a tutti fare un nome di donna, quello dell'attrice che ha in assoluto sconvolto di più gli ormoni di una generazione.
Vince la Fenech, una spanna sopra le concorrenti.
Pausa sigaretta, la cena volge al termine.
Nel freddo di Via Ragazzi del '99 scopro una verità scottante.
Quando esco sono già tutti schierati con la paglia accesa e com'è come non è viene fuori che, dopo ognuna di queste serate, tutti i partecipanti hanno l'abitudine di venire a leggersi il resoconto su queste pagine.
Mamma mia, penso. E che diranno?
Alla fine, la microcronaca piace a tutti, piace sempre.
Addirittura Alessandro insiste perchè metta nel pezzo la questione dei pomodorini socialisti.
Prometto.
Ogni promessa è debito.
Prima di farmi inghiottire dalla metro e dal Milano-Torino in perfetto orario, chiedo pegno a WM1: mi sono portato dietro NEW THING apposta.
Lui abbranca il pennarellone (residuato bellico della scuola dell'infanzia) e verga una sentenza esemplare:

A SIMONE, REPORTER DELLA MOVIDA LETTERARIA MENGHINA.

Se lo dice il maestro...
Io ringrazio, bacio abbraccio e due ore dopo sono sotto le coperte.
Nemmeno sei ore dopo, fresco come una rosa, già al lavoro.
Ma ne è stravalsa la pena.