DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

giovedì 12 giugno 2008

Tu chiamale, se vuoi, emozioni...

Perdonate le smancerie. Sapete che non sono il tipo, ma questa volta credo che sia importante condividere con voi due momenti particolarmente toccanti, avvenuti negli ultimi giorni.
Dopotutto, in un blog, ci si fa gli affari di chi il blog lo manda avanti.
E stavolta sono affari sdolcinati.
La prima delle due emozioni di battistiana memoria (il titolo suggerisce, noi si segue a ruota) l'ho provata ieri sera in quel di Galliate.
Sarà stato il luogo (la presentazione di Confine si è tenuta nel Castello, sede della Biblioteca Comunale), sarà stato il calore della gente, saranno state le belle parole di Gianluca Mercadante, caro amico venuto apposta da quel di Vercelli per introdurmi...
Fatto sta che a fine serata ero pervaso da un senso di pace e soddisfazione (e probabilmente - non fosse per la zazzera ribelle sarei stato perfetto - avevo persino un aspetto vagamente buddhesco. Controllerò nelle foto che non ho ancora visionato).
Credo che tutti abbiano percepito la magia, quella particolare alchimia che a volte si crea e altre no.
Per farvi capire meglio, vi dirò che persino Sterling è uscito bene dalla serata. Una signora più sui sessanta che sui cinquanta ha acquistato il libro e prima di andarsene mi ha sussurato all'orecchio la pena (del tutto preventiva, immagino, non avendo ancora letto una riga) per il passato manicomiale del mio lercio protagonista.
Per farvela breve, a prefect night in Galliate.
E questa è la cosa più recente.
Alcuni giorni fa, però, me n'è capitata un'altra.
Una di quelle che la lacrimuccia a momenti ci scappa sul serio.
E ho avuto bisogno di un momento per interiorizzarla e poterne parlare con la consueta leggerezza.
Antefatto: quest'anno i miei bimbi della scuola dell'infanzia si "diplomano". Terminato il ciclo triennale, l'anno venturo frequenteranno la primaria (quella che ai miei tempi era la prima elementare).
Il fatto: per festeggiare l'evento c'è stata una mega festa in cui i bambini hanno cantato indossando cappelletti di carta realizzati a mano dal sottoscritto (42 bambini, un sacco di cappelletti...)
Al termine dell'evento, le famiglie dei bambini mi hanno regalato una stupenda stilografica d'altri tempi (qui il link alla ditta che produce questi oggetti straordinari) accompagnando il pacco dono con questo struggente bigliettino.
Ditemi voi se non è roba a rischio commozione.
Bom, dovevo dirvelo e ve l'ho detto.
Da domani si torna a parlare di morti ammazzati...;-)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Passi per la paginetta strappalacrime in perfetto stile "Cuore" (il libro non il giornale di satira...), ma il link al produttore delle penne, come nei più beceri product placement all'americana!
Simo' Simo'...
:)

Mario

Simone Sarasso ha detto...

@Mario: dannato capitalismo! oramai lo trasudo da ogni poro...;-)
In realtà non avevo tempo di fare la foto a penna e calamaio, ridurla con photoshop, ecc... ecc...