DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

sabato 1 marzo 2008

Dai e dai, vedi che lo colmiamo 'sto gap di comunicazione...

Per anni ho pensato che quel signore basso basso comunicasse meglio di noi.
Che avesse un sacco di difetti, ma non certo quello della comunicazione.
Lui, per esempio, quando era ora di votare, il suo nome lo scriveva grande grande sul simbolo.
Noi ci presentavamo con cinque figurine (l'ulivo, l'asinello, la falcettina, il martelletto, ecc...) e nemmeno su una c'era scritto Prodi.
Lui che aveva i cartelloni del Presidente Operaio (che saran stati pure sopra le righe - a dirla tutta una gran cagata - , ma ce li ricordiamo tutti, ad anni di distanza...), noi i manifesti stile corazzata Potemkin.
Mi sa che è finita un'era. E col buon Walter ne inizia un'altra (almeno in tema di comunicazione).
Guardate un po' qua se 'sto video non va al punto...
Confesso che a me e alla mia signora, a momenti, ci scappa la lacrimuccia.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi fido di lui?
Di Uòlter?
Lo stesso che era vice di Prodi sino a che il sub-comandante in grisaglia Fausto e i suoi Rifondaroli pre-scissione Dilibertian-Cossuttiana facessero cadere il governo di centrosx, consegnando il paese nelle mani del nanetto piazzista e dei suoi alleati per 5 anni?
E' lo stesso tizio, Simo'...
Cosa credi che possa aver cambiato per potersi fidare di lui?
Lo slogan? Yes, we can, rubato a Barack Obama?
Si può fare...
Si può fare cosa?
Nemmeno lui ha dato sino ad ora risposte esaurienti alle priorità della "ggente":
i salari che non crescono mentre tutto aumenta, dalle tariffe ai beni di prima necessità, alla benzina, senza che vi siano controlli né giustificazioni. Solo perché il dollaro non vale più nulla rispetto all'euro e l'euro ha distrutto il potere d'acquisto degli stipendi e delle pensioni;
il lavoro sempre più precario e inadeguato. Oggi si muore per lavorare e questo è intollerabile, non ingiusto semplicemente;
i guasti della gestione rifiuti in Campania, divenuta pattumiera d'Italia e d'Europa con il consenso interessato dei clan camorristici e degli industriali italiani privi di scrupoli, nel silenzio connivente di una classe politica locale tra le più impresentabili dai tempi del Comandante Achille Lauro e del sacco urbano della periferia dove il sottoscritto è nato e cresciuto (quella che per capirci fornì il materiale per "Le mani sulla città" di Francesco Rosi, con Rod Steiger).
Non saranno il faccione buono di Uòlter e i versi di Jovanotti a convincermi che lui è il "nuovo".
Lui non lo è.
Perché non porta avanti il discorso della riforma elettorale.
Perché non parla di etica, non parla di candidati compromessi fuori dalle liste.
Perché non ha fatto le primarie e non ha reso note le candidature del PD, a parte quelle che fanno audience e notizia, come per quella dell'unico operaio sopravvissuto al rogo della Thyssen Kroupp, che con tutto il rispetto cosa possa capirn e di politica è ancora tutto da dimostrare, come quell'altra, dipendente.
Tutto questo mi puzza di populismo, la stessa brutta bestia del quale si accusa sempre il nanetto mascarato, che pare aver riscoperto Juan Domingo Péron, visto che va in giro come un "descamisado".
Il problema di questo maledetto paese è:
quando apparirà all'orizzonte un Ernesto "Che" Guevara?

Mario Uccella

piesse: per i francesi, il maestro Magnus una volta disse che gli sarebbe piaciuto andare lì con una baionetta (gli avevano appena censurato "Le 110 pillole" e "Necron").
Tu potresti dirgli "à la guerre comme à la guerre"
o al mssimo
"Merde alors!"
Vedrai che capiscono...

Anonimo ha detto...

forse un che guevara è un po' troppo. a me basterebbe uno zapatero.

Simone Sarasso ha detto...

@Mario: nessun Guevara e nessuna rivoluzione per il sottoscritto. Mi basta un po' di responsabilità.
E poi, se parlo di Uolter so di essere troppo partigiano. Già ai tempi in cui D'Alema fu eletto capogruppo alla Camera del PDS, io tifavo Veltroni (e gli toccò l'Unità...)
@Baba: viva Zapatero!

Anonimo ha detto...

Posso toccarmi gli zebedei (come dovrebbero fare tutti gli elettori del PD) ricordando che fine ha fatto il quotidiano di Antonio Gramsci dopo la direzione di Uòlter, Simone?

Mario Uccella

piesse: Simo' acquista "Segreti di Stato: la verità di Amos Spiazzi", libro-intervista al generale di Sandro Neri.
Illuminante per te che stai scrivendo "Settanta" e per me, se visto dalla parte complottista ad oltranza...

Anonimo ha detto...

> visto dalla parte complottista ad oltranza

(esco un pò dal seminato di questo post)

Visti i recenti documenti desecretati dal governo inglese del 1976, il divario tra complottismo e realtà si assottiglia sempre di più.

La nuova legge di riordino dei servizi segreti, inoltre, ha meglio specificato la disciplina del segreto di stato: teoricamente, quest'anno il segreto che copre i documenti riguardanti il caso Moro dovrebbe cadere (la legge prevede il termine massimo a 15 anni, rinnovabile di altri 15). Tuttavia, ho la vaga impressione che la normativa rimarrà lettera morta, dato che ci sono ancora troppe persone in vita coinvolte in tutti questi misteri italiani.

Chi vivrà vedrà, insomma.

Simone Sarasso ha detto...

@Mario: povero Uolter... Mica l'ha fatta fallire lui l'Unità (...'nzomma).
@LPR: Sei la terza persona che mi cita quei documenti nel giro di 48 ore... Ci ho persino scritto su un pezzo dell'intervento per la Francia.