Lo so, lo so, è un millennio che non vergo più un rigo, da queste parti.
E, no: non ci sono sui social, anche se sui social - ogni tanto - si parla di quello che faccio.
Un po' non c'è tempo.
Non c'è MAI tempo.
E un po' ho capito che quello che voglio fare è raccontare storie.
Non raccontare - ossessivamente - la MIA storia.
Contano i libri, chissenefrega dell'autore.
Dunque, sparisco.
Sto quasi sempre nell'ombra, a scrivere.
O tra i banchi dell'accademia, a insegnare.
Racconto le parole di altri per spiegare come si fa a mettere le parole in fila.
Ogni tanto, però, è sacrosanto fare capolino.
Non c'è una regola, quando viene viene.
Oggi, con 'sto sole da cartolina che ti frigge la fronte, col freddo residuo d'un inverno che non ne vuole sapere di soffiare gelato. Oggi, perchè no?
Oggi è il giorno giusto.
Che poi domani parto e chissà quando torno.
Oggi non è il giorno dell'uscita del romanzo nuovo.
Succede tra sette giorni esatti.
AENEAS - LA NASCITA DI UN EROE, è il primo volume d'un dittico dedicato al figlio di Anchise.
In buona sostanza, un prequel dell'Eneide.
L'ho scritto con le dita che andavano a fuoco, immaginando bronzo e sangue, sudore, rabbia, sesso, potere.
Le mie ossessioni non sono mutate: il lato oscuro di chi comanda, il cuore puro di chi è costretto a servire. A morire. La Guerra delle Guerre, vista con gli occhi d'un reietto, d'un privilegiato, d'un uomo decente.
Tutti pensano che Enea sia uno sfigato. Cocco di mamma (e che mamma...), pio, noioso.
Lo pensavo anch'io, prima di tuffarmi nella sua storia selvaggia e malinconica. Prima di scoprire dove è nato e cresciuto, di immaginare cos'ha provato la prima volta che ha sentito il sangue pulsare davvero.
La prima volta che è morto, uccidendo.
Le mie ossessioni son sempre le stesse, ve l'ho detto.
E' opinione comune che uno scrittore racconti sempre la medesima storia, declinandola secondo le diverse umoralità che l'attraversano.
Per quanto faccia incazzare, è vero.
Io scrivo sempre del cuore oscuro del potere, sono ossessionato dalle devianze del comando.
Io scrivo sempre di figli soli, di genitori separati, sono ossessionato dall'abbandono. Dalla merda che piove dal cielo e ti obbliga a cavartela da solo.
Io scrivo sempre di morti ammazzati, di morti male, di morti ingiuste. Perchè davvero non so darmi pace.
Questa volta non fa eccezione.
Ma questa volta - come tutte le altre volte - c'è qualcosa di diverso.
Cambia la lingua, mutano i sentori sul palato.
C'è lirica e avventura, Salgari ha piegato verbi e polsi.
C'è poesia, che sciaguatta bollente di pagina in pagina.
C'è tremore. Quel maledetto tremore che non se ne va.
C'è misericordia. Per chi cade e si rialza, e per chi resta a faccia in giù nella rena gialla.
E' l'epica, bellezza.
E' così che stanno le cose.
Ho molto a cuore la storia di Aeneas, ecco perchè le dita son tornate a battere sui tasti, dopo tanto tempo.
Ecco perchè tornerò presto - prestissimo - a mettere il culo in strada e a girare l'Italia per raccontare questa magnifica, epica, drammatica, miseranda, stratosferica storia.
Un pugno di date, tanto per cominciare.
Altre si aggiungeranno.
Se volete che vi venga a trovare, non avete che da fare un fischio. La mail è sempre la stessa, da quasi vent'anni: simonesarasso@tiscali.it
Giovedì 16 aprile 2015: AENEAS - LA NASCITA DI UN EROE arriva in tutte le librerie (ma su Amazon potete già prenotarlo)
Giovedì 16 aprile 2015: sarò al BSA di Vercelli in compagnia di Guido Michelone. Via Cima Dodici 22, Vercelli. Ore 21.00
Venerdì 17 - Sabato 18 aprile 2015: CHRONICAE - FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL ROMANZO STORICO, Piove di Sacco. Cliccate sul link per orari e dettagli degli eventi
Mercoledì 29 aprile 2015: L'IBRIDA BOTTEGA, Torino, Via Romani 0/A, ore 19.00
E adesso, prima di lasciarci, due righe due.
L'incipit appena, il resto verrà.
Legno e sale.
E acqua limpida di specchi infranti.
Ilio brucia dietro le spalle, nessuno si volta a guardare.
Lacrime roventi e cuori gravidi per tutti.
Partiamo.
Non c’è altro da fare.
Abete piallato di fresco e pece nuova sotto le piante dei piedi, vele
cerchiate di speranza e sole alto.
Della casa d’un tempo resta il fumo: riempie gola e narici, c’accompagnerà
per sempre.
Esuli scalzi, animi rotti, vecchi, donne e bambini.
Partiamo.
Sconfitti, ingannati, spalle fredde sotto gli occhi di dèi annoiati.
Partiamo.
I ricci di mio figlio, le rughe del padre curvo, le bocche spalancate di
chi mi chiama “principe”.
Mentre il regno che non ho mai retto arde ancora.
Il mio nome è Aeneas e questo è l’ultimo giorno di Ilio.
Levare gli ormeggi è morire due volte.
Il futuro odora di vento e paura.
Partiamo.
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