venerdì 19 ottobre 2007
La "longa manus" dell'authority (i blog e la burocrazia parte due)
Non so perchè, ma quando i commenti sono così ben scritti, mi sembra riduttivo rispondere in quattro righe.
Per cui ci faccio un post.
Antonella e Okappa dipingono due scenari completamente diversi sulla proposta di legge che potrebbe rivoluzionare il mondo editoriale. La notizia stmane era in prima pagina su Repubblica.it, al momento è slittata parecchio in fondo.
Antonella sostanzialmente vede la questione come l'ennesima decisone presa da chi comanda senza interpellare l'utente finale. In stile governo despota o terribile golosissima multinazionale.
Okappa ribatte che, nonostante la grancassa che la notizia ha generato per la rete, la proposta di legge deve ancora passare indenne attraverso il Parlamento per entrare in vigore.
E che comunque i blog non vedrebbero lesa la loro indipendenza anche in caso di repentina entrata in vigore del provvedimento.
Siccome la proposta è visionabile da chiunque (qui), mi sono preso la briga di analizzarla un po' più attentamente.
Le contraddizioni appaiono sin dai primi paragrafi:
dapprima si dice che prodotti audio e video sono esclusi dalla presente normativa (in quanto non prodotti editoriali). Trenta righe dopo ci si corregge. Si dice che gli audiovisivi sono prodotti editoriali "integrativi o collaterali" se escono in bundle con un prodotto editoriale.
A questi prodotti si applicano le modificazioni di normativa.
Cioè, non ti sbagliare a fare uscire un cofanetto LIBRO + DVD e promuoverlo con mezzi alternativi (vedi: Lulu.com), se no sono mazzate.
Mazzate nel senso che ti tocca compilar scartoffie, pagare un botto di tasse in più rispetto a quelle che si pagavano sino ad ora (e che rendevano lulu.com competitivo per quanto riguarda il selling al dettaglio, il print on demand.)
Inquietante è (ma che ci si indigna a fare? In questo Paese pare la prassi...) che nella riforma poco o nulla cambi per i finanziamenti pubblici ai giornali, specie quelli politicamente schierati:
Art 17 1. Sono concessi contributi diretti a favore di: (...) b) imprese editrici di quotidiani e periodici, anche su internet, che siano riconosciuti come propria espressione, anche per esplicita menzione riportata in testata, da forze politiche che, nell’anno di riferimento dei contributi, abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle Camere o almeno due rappresentanti eletti nelle proprie liste al Parlamento europeo.
Quindi, vediamo se ho capito bene:
se produco in proprio la mia cosa Audio Video o magari anche solo sulla cara vecchia carta stampata e lo vendo tramite internet divento automaticamente CASA EDITRICE e sono soggetto a tasse e burocrazia (ma soprattutto a tasse). Se lo produco con lulu.com il soggetto a tasse è lulu.com, che se la legge passa finirà per alzare i prezzi.
Se invece domattina mi sveglio e fondo una fanzine hard-core del PD, tra un annetto mi rimborsano fino al 60% (sic, andatevelo a vedere) di quello che ho speso per farla (chi controlla quanto ho speso? Lo dichiaro insieme ai reditti. Ottimo escamotage per non pagar le tasse su altri redditi cumulabili).
Se invece la pubblicazione la faccio a sfondo parafascista o veteroducesca, ci schiaffo su il logo di AN o della Mussolini e presento regolare domanda, i soldi me li cacciano subito, perchè i gruppi politici in questione hanno un rappresentante in Parlamento fin d'ora.
Dite che faccio male a sgobbare su UNITE WE STAND (a breve ne saprete di più, promesso)? A saperlo mi fondavo Il Giornale del Berlusca in Rete e dormivo lieto come un pascià.
Se avete tempo (e voglia, è un po' noiosa), spulciatela la legge, ci sono un sacco di sorpresine...
Tempi duri per i blogger: burocrazia in arrivo...
Se passa questa legge finisce che ci tocca riempire un sacco di cartaccia. E alla minima parola fuori posto saran dolori...
Cosa ancora più inquietante è l'estensione del concetto editoriale. Quasi si stesse prefigurando una reazione preventiva a rivoluzioni editoriali come quella di Lulu.
Magari sono troppo cospirazionista io...
Ad ogni modo, val la pena starci attenti.
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