DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

domenica 23 dicembre 2007

Buon Natale. Nel caso vi fosse rimasto un regalo speciale da fare: Montezuma airbag your pardon, di Nino G. D’Attis


Il libro è uscito ad aprile del 2006 e, ok: forse sono fuori tempo massimo.

Però statemi a sentire. In questo piacevole clima di luci, paillettes, babbi Natale e zucchero filato, se non ci si accaparra qualcosa di veramente hard-core si rischia seriamente la sindrome di Mary Poppins.

Montezuma airbag your pardon è il genere di roba che Mary Poppins l’avrebbe stesa come un diretto allo stomaco.

Montezuma airbag your pardon è un diretto allo stomaco.

Il suo autore è Nino d’Attis e chi è minimamente appassionato del genere che fa il sottoscritto conoscerà senz’altro questo talentuoso ragazzo salentino per le sue recensioni al vetriolo su BlackMailMag.

Nino ha una spietata padronanza del linguaggio e chi legge i suoi pezzi lo sa bene.

Quando imbraccerete il suo romanzo (MAYP ha la forza d’urto d’una raffica di kalashnikov) vi renderete conto di cosa sia in grado fare in poco più di centocinquanta pagine di narrativa vecchio stile.

La storia al centro del romanzo – lo dissero i Wu Ming all’uscita del libro – è quelle da trattare con cautela: fa incazzare. Fa incazzare sul serio.

Il protagonista, guardia giurata in un supermarket, è, per ammissione stessa del suo creatore, “un pezzo di merda”.

L’anno è il 1999, la città Bologna. Non sono passati nemmeno dieci anni, ma leggendo ti accorgi che quel periodo già non ci appartiene più. L’onda del vintage è in agguato e mentre sfogli il libro di Nino provi già quella amara sensazione da back in the days, da So nineties di MTV.

È questa è solo l’anticamera del disagio. Atmosfere a cui non sei più abituato, ma che sono maledettamente famigliari, persone a cui non ti abitueresti nemmeno tra cent’anni.

Oltre all’incolto, vigliacco, violento, microcefalo e fascistissimo protagonista, c’è una pletora di comprimari deludenti a mandare avanti la baracca: Ugo, il compagno di sbronze puttaniere, Fernanda la porno casalinga, Barbara la moglie incinta e insoddisfatta. E l’elenco potrebbe continuare.

Tra videopoker, risse ingiustificate e sogni formato GQ, la vita del protagonista va a rotoli un pezzo alla volta.

La scrittura di Nino è visionaria alla Easton Ellis (MAYP è davvero un American Psycho al contrario: Ellis a inizio novanta faceva i conti con gli anni reaganiani e lo yuppismo; Nino a metà del primo decennio del XXI secolo li fa coi Novanta, lo squallore e sogni di plastica del proletariato d’avanguardia) e folle alla Palahniuk (anche qui un ribaltamento: il main character di Nino è l’esatto opposto di Tyler Durden: ossessionato dal superfluo e molto poco zen: se fa a botte lo fa per rabbia, non per liberazione).

Di recente l’amico Massimo Rainer mi ha spedito il suo romanzo d’esordio, Rosso Italiano, uscito non molto tempo fa per Barbera Editore. Il libro aveva una fascetta geniale: IL LIBRO PIU’ CATTIVO DELL’ANNO. Non ho ancora letto il romanzo di Massimo: non ho idea se davvero sia il libro più cattivo del 2007.

Di sicuro, se fosse uscito nel 2006, non l’avrebbe spuntata contro Montezuma airbag your pardon.

Se proprio non ne potete più dello spirito lucente del Natale per bene, questo è il libro che fa per voi.

Detto questo, gente: auguri sinceri. Ci si risente con l’anno nuovo.

venerdì 21 dicembre 2007

Un paio di recensioni rimaste indietro...


Natale: tempo di recuperi, di regali e di malanni di stagione.
Il vostro cagionevole autore over 100 preferito, complice il sanissimo posto di lavoro, è di nuovo inchiodato a letto: questa volta con una simpatica influenza intestinale (il bambino D. mi sorrideva dicendo: "Maestro, mi fa male la pancia..."; ventiquattrore dopo ero un tutt'uno con la tazza del cesso...)
Avrei voluto postare qualcosa di nuovo (a dire il vero ho un'ideuzza su Star Wars. Ci sto lavorando...) ma le forze vengono meno.
Ne approfitto per fare un po' d'ordine fra tutto quello che è uscito sul mio libello dopo lo Scerbanenco. Molte recensioni e qualche intervista, ma per evitare di tediarvi ne ho scelte solo tre.
Beninteso, i giornalisti ce la mettono tutta per far bene il proprio mestiere, ma il romanzo è sempre quello. Alla venticinquesima recensione è difficile tirare fuori una lettura innovativa.
Il primo pezzo è vecchiotto (ha quasi due settimane) e proviene dalla fanzine degli studenti dell'Università di Pavia. Here it is.
Il secondo intervento, di un campanilismo sfrenato, è un estratto di Notizia Oggi (Edizione di Vercelli) del 17 dicembre. Noterete fin dal titolo che si parla delle mie origini vercellesi e potrebbe sorgervi qualche dubbio (Guagliò, niente niente è una vita che ti dici novarese e chistu se ne esce fuori che sei di Vercelli?).
Mistero svelato in fretta: nasco vercellese e alla veneranda età di 27 anni mi trasferisco a Novara.
Tutto chiaro?
(Nota: la presente è per i locals miei conterranei, che da anni alimentano una snervante rivalità Novara-Vercelli. Io, apolide per vocazione, francamente me ne infischio)
L'ultimo contributo intorno a Confine di Stato mi sta molto a cuore.
E' firmato Roberto Laghi e proviene da La Manica Tagliata Radio. La trasmissione di Roberto si chiama La Mongolfiera e potrete ascoltare l'intervento sul mio romanzo alle 16.00 e alle 22.00 di oggi (venerdì 21 dicembre) cliccando qui. La radio, al momento, non è munita di podcast (they're working on it...). Per cui: o beccate il pezzo oggi o nisba...:-)
Godetevi lettura ed ascolto.
Io torno tra le coltri.

P.S. gli auguri ve li faccio più avanti, che c'è tempo...

martedì 18 dicembre 2007

I viaggi del Puffo


Non ricordo se ne ho mai parlato da queste parti (abbiate pazienza: la senilità non mi dà tregua...); in ogni caso rimedio subito. Nello sconfinato panorama dei blog di viaggio, questo mi è particolarmente caro. Vuoi perchè è tenuto in piedi da due amici (Iljap e La Martinz), vuoi perchè ha a che fare col vintage (che sempre caro mi fu, come nessun ermo colle), vuoi perchè in tutti i posti che i piccoli amici dalla pelle blu hanno visitato, ti fa venire una gran voglia di andarci.
Il Puffo Burlone (il protagonista dei viaggi in questione) ha girato quasi tutta Italia, macinando gomme e chilometri.
La tappa novarese è stata immortalata da uno scatto indimenticabile (scatto vintage - e qui tutto si tiene - dal momento che l'edizione del mio libello che è stata immortalata è la primissima: quella Effequ, oramai fuori commercio).
Have a look, please...

venerdì 14 dicembre 2007

NoirFest 2007: il Gonzo Reportage (seconda e ultima parte)

Seconda parte del racconto montano in noir.

Scusatemi se vi ho fatto aspettare, ma come avrete letto sono giorni veramente folli (farei davvero carte false per avere giornate di 48 ore…)

Eravamo rimasti all’aperitivo, al 4 dicembre.

Ora passiamo alle cose serie.

5 dicembre: dopo una tranquilla nottata di sonno sotto spesse coltri (davvero troppo spesse: gli alberghi valdostani esagerano col global warming; ho dormito con la stessa mise che indossavo a Creta), sveglia doccia e abbondante colazione.

Il rendez vous è previsto per le dieci al Jardin de l’Ange, ma Mastro De Michelis è super mattiniero e alle nove e trenta già mi incalza al cellulare.

Il programma era una duplice intervista (mattina e pomeriggio), ma mi sa che ci siamo capiti non troppo bene, perché alle undici presentano i libri di Todde e Varesi.

La presentazione di per sé non sarebbe male, non foss’altro che i diretti interessati sono assenti (impegni lavorativi). Ebbene sì: a quasi ventiquattr’ore dall’apertura del festival, l’unico finalista presente è il sottoscritto.

Che dico: si fa così? Capisco Todde che fa il chirurgo (e mica puoi spostare un’operazione perché sei in finale allo Scerbanenco). Capisco Varesi che fa il giornalista (per quanto: ci si fa fare un accredito stampa e si pigliano due piccioni con una fava).

Ma dico: Guccini e Macchiavelli…

Se son riuscito a farmi dare io le ferie da scuola (impresa titanica alquanto), non poteva il Guccio prendersi una mezza giornata? Che cosa avrà da fare di così urgente?

Ad ogni modo: Ernesto G. Laura e Gianfranco Orsi fanno del loro meglio, ma senza gli autori è dura far scintille.

Neanche l’una ed è tutto finito; c’è tempo per un Campari prima di pranzo.

Noterete che tra gli assenti non ho menzionato Biondillo.

E infatti Gianni, con Madame Tecla Dozio e tutta la cricca della Sherlockiana si presenta sul sagrato dell’Ange giusto in tempo per metter qualcosa sotto i denti.

Io e lui andiamo in scena al pomeriggio. C’è modo di far due chiacchiere per conoscerci meglio.

L’ho già scritto altrove e lo confermo: Biondillo è una persona splendida. Un vero signore, un ragazzo simpaticissimo, un grande affabulatore.

Una di quelle persone con cui ci si piglia subito, con cui ti viene voglia di bere birra e parlare per ore.

Al pomeriggio si pensava di andare sul palco tutti insieme, ma l’organizzazione mi invita cortesemente a sedermi e aspettare il mio turno.

Zitto e mosca ascolto in religioso silenzio lo strabiliante show che Gianni e Tecla mettono in piedi.

Si parla della copertina del Giovane Sbirro, del talento di Mr. B, di Milano.

Un cinque battuto a bordo ring come nel wrestling ed è la volta mia sui divani in pelle nera del Fest.

A introdurmi l’ottimo Valerio Calzolaio.

Come sempre, non vi tedierò su quello che si dice alle mie presentazioni (che, parlando del solito libro, più o meno s’assomigliano tutte). Vi basti sapere che quel geniaccio di Pinketts ha animato la discussione dalla platea, e c’è stato pure il tempo di discutere d’intelligence con Mike del duo Micheal Gregorio (del loro I giorni dell’espiazione parleremo senz’altro da queste parti. Non temete.)

Dopo di me tocca a un vero big della tastiera: intervistato dall’amico Vignola guadagna il palco monsieur Serge Quadruppani. E qui, signori, giù il cappello.

Serge non è solo uno scrittore: è un’esperienza. Uditiva, estetica, etilica (ho avuto l’onore, durante la trasferta, di farmi diversi bicchieri con lui). L’ho già consigliato altrove, ma lo ribadisco vieppiù: leggete i suoi libri e, se vi capita, andate a vederlo dal vivo. Non rimarrete delusi.

Alla fine di tutto l’ambaradan sono le sei e mezza. Mastro De Michelis è stremato e opta per l’albergo.

Io sono indeciso, ma in quel momento un quartetto di ragazzi e ragazze non convenzionali mi chiede se mi va di unirmi a loro per berne uno (sì: si beve parecchio in Val d’Aosta).

Mi aggrego e non appena mi siedo mi chiedo se sia tutto vero.

Il ragazzone di provincia che fino all’altro ieri tirava la cinghia per comprarsi gli Einaudi Stile Libero allo stesso tavolo di Dazieri, Biondillo, Quadruppani e di Madame Dozio a parlare di Faletti (“amico nostro”, da trent’anni. Gran bravo ragazzo) e di Quarto Oggiaro . Mi pizzico e mi ripizzico ma i compagni di bevute non spariscono.

Welcome to the real world.

Paga Quadruppani (ve l’ho detto che è un signore…) e siamo pronti per cenare.

Purtroppo al desco il gruppo si divide: Serge viene con me e i “marsiliesi” , Gianni e Tecla s’imboscano in un bel ristorantino insieme a Pinketts e ad altri della cricca. Sandrone ha una cena di lavoro.

Serata perfetta (ho mangiato una valdostana che levati…) se non fosse per il finale.

Di riffa e di raffa mi trascinano al cinema a vedere un film inquietante: JOSHUA di George Ratliff.

Paura, paura, paura.

Ad ogni modo, finito il film si è fatta una certa e la nanna vien da sé.

6 dicembre: poche ore alla partenza, ma ancora qualcosa da sbrigare. Passeggiata per le vie del paese e conferenza spettacolo con l’intramontabile Biagio Proietti. Nel post di Bologna vi avevo parlato di Mongai. Beh, Proietti è Mongai all’ennesima potenza: romanissimo, coltissimo, divertentissimo. Di più non saprei dire…

Due domande al volo con John Vignola e l’ultimo pranzo con Serge e soci.

Un abbraccio a Mike e Daniela (il duo Michael Gregorio) e la promessa di una gita a Spoleto, nella loro terra, per fare quattro chiacchiere e mangiar tartufi e salsicce

Saluti, pacche sulle spalle, niente lacrime (noi duri…) e via in macchina: Guccini nello stereo fino a Novara.

Potenza della musica, il Maestro di Pavana finirà per aggiudicarsi l’ambito trofeo di lì a poche ore.

Bilancio: per dirla con Pozzetto: ESPERIENZA DELLA MADONNA.

Di quelle che non ti scordi per tutta la vita…

LibraryThing o Anobii? This is the question...


Un paio di giorni fa mi ha scritto un navigatore occasionale di questo blog segnalandomi il sito LibraryThing. Una sorta di antesignano di Anobii (del quale, peraltro, sono orgoglioso utente) che è partito con molte meno funzionalità del concorrente, ma che nell'ultima versione italiana sembra in grado di giocarsela e far faville.
Io non ho ancora avuto un minuto per testare il prodotto (e non credo che ne avrò nei prossimi giorni, dati gli ignobili e forsennati ritmi lavorativi che sto tenendo...), per cui passo la palla a voi lettori.
Conoscete il sito? E' meglio o peggio di Anobii?
Mi fate sapere che ne pensate? Thanks a lot...

giovedì 13 dicembre 2007

Stasera Turkemar in scena (per la seconda volta in un anno) alle Officine Sonore di Vercelli


Lo so, lo so: potevo aspettare ancora un po' a dirvelo...
E so anche che bramate il resto del racconto dell'esperienza valdostana.
Ma...
C'è un MA gigantesco che aleggia sulla mia zucca.
Sono letteralmente ingolfato di lavoro.
Al punto che a momenti non riesco a rispondere alle mail (Paolino, abbi pazienza. Appena riemergo dal marasma ti scrivo).
Fate conto che ieri sera ero a Torino con l'amico JP Rossano a parlare di microcriminalità e non ho avuto un secondo per scriverlo sul blog.
Per cui abbiate pazienza: considerando come sono piazzato, è già un miracolo che riesca a postare quattro righe.
Fuori le premesse, dentro le info:
stasera, ore 21.30 presso le Officine Sonore di Vercelli, in compagnia di altri tre amici scrittori (Mercadante, Steccherino e Michelone) si discuterà di musica e parole.
Io porterò in dote il mio Buscaglione risfoderando il gustoso Turkemar.
Intrigante il fatto che si parlerà anche del Maestro Guccini che mi ha appena fatto il mazzo allo Scerbanenco.
Chi riesce a fare un salto è ovviamente il benvenuto.
Ingresso libero, uscita pure.
Sempre in tema TURKEMAR, qui trovate la più bella recensione che sia mai stata scritta sul mio libello.
Autore il buon Patassa.

lunedì 10 dicembre 2007

NoirFest 2007: il Gonzo Reportage (Prima parte)

Gonzo Reportage chilometrico per tentare di descrivere il più minuziosamente possibile una delle esperienze più totalizzanti degli ultimi dieci anni.

È durata tre giorni, mi sembra d’averci vissuto un mese, tra quei monti.

Ma, come di consueto, andiamo con ordine.

Day 1: martedì 4 dicembre

Al duro lavoro (seeee…) fino alle 16.30, passaggio radente da casa per salutare moglie e micia e via, alla guida del potente mezzo fino a Courmayeur (non azzardatevi a chiamarla Courma che Madame Tecla Dozio potrebbe scuoiarvi seduta stante…).

Arrivo morbido all’hotel e prima avvisaglia dell’assoluta assenza di preparazione del Vostro ragazzone di provincia ai lussi del NoirFest.

In camera ad attendermi uno zaino Napapijri colmo di gadget geniali e ghiotti inviti.

Tra questi, uno recitava: CENA D’INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL, ORE 19.45, HOTEL GRAN BAITA.

Guardo l’ora: 19.40.

Panico.

Provo a chiamare la gentilissima signorina dell’organizzazione ma il cellulare è spento.

E mò che faccio? Quello che l’italiano sa far meglio: mi arrangio.

Inforco la rombante Clio 1.2, imposto la destinazione sul navigatore, e celermente mi perdo.

Dopo diverse inversioni e indebiti sconfinamenti in altrui proprietà, finalmente arrivo di fronte all’ingresso del Gran Baita.

Momento molto western: nessuno in giro, un’altra macchina si ferma e scarica un passeggero.

Io e lo Straniero ci guardiamo per un secondo.

Mi sembra di conoscerlo.

Lo Straniero sorride.

Decisamente lo conosco, almeno di nome: è DARIO ARGENTO.

Sperduto e solo quanto il sottoscritto.

Sto per azzardare un “Maestro!” e una stretta di mano, ma i nostri cellulari suonano all’unisono.

Sono le signorine dell’organizzazione, che ci sgridano perché al Gran Baita ci siamo venuti con mezzi propri (a me: “Ma ti avevo mandato una BMW all’hotel…”; a saperlo…).

Ad ogni modo, in pochi minuti è tutto risolto e siamo a tavola: Dario al tavolo dei VIPS, io al tavolo dei “marsigliesi”. Il mio editor Jacopo De Michelis, Chiara De Stefani dell’ufficio stampa, un giornalista di Repubblica (che nessuno conosceva ma che si è rivelato uno splendido acquisto per la nostra tavolata), ma soprattutto John Vignola. John Vignola, giornalista storico de Il Mucchio, oltre ad aver fatto la comparsa in NEW THING di WU MING 1 e ad avere un nome per cui pagherei oro (non è un nome d’arte, giuro), è semplicemente un genio.

Durante i tre giorni montani abbiamo avuto modo di conoscerci un po’ e ne ho avuto la conferma.

Fatevi un giro in rete e cercate qualcosa di suo. Ve ne renderete conto anche voi.

Dopo cena, benché nessuno ne avesse veramente voglia (io ero l’unico che pogava duro), tutti a vedere l’anteprima di Hitman. Grandissimo ammazza ammazza in technicolor con sparatorie estreme e un Timothy Olyphant ingessato e legnoso come non mai. Stupendo!

Ovviamente è piaciuto solo a me. Il resto del gruppo ha rischiato l’abbiocco (gente di cultura, vai a fidarti…)

De cada manera, alla faccia delle BMW d’ordinanza, tutta la banda l’ho scarrozzata io (in Clio) dal ristorante al cinema e dal cinema all’hotel.

Il fascino delle francesi vince anche in alta quota.

Nanna per tutti e fine della prima puntata.

Il resto nei prossimi giorni (se faccio un post solo finisce che intaso la colonna centrale del blog…)

sabato 8 dicembre 2007

Back from the mountains: giusto due righe. Domani o lunedì, il Gonzo Reportage...


Due parole appena per dirvi che sono tornato sano e salvo dalla Montagna del Noir.
Esperienza strepitosa, di quelle che non si scordano più.
Hanno vinto Guccini e Macchiavelli con il loro bel Tango e gli altri, e a me un po' dispiace perchè tifavo Biondillo.
Domani o al massimo lunedì il Gonzo Reportage.
Promesso!

martedì 4 dicembre 2007

Allora io vado, eh? Courmayeur dreaming...


Cari amici, vi scrivo ora perchè poi non ci sarà più tempo.
Tra dieci minuti sguscio al lavoro. Ci rimango buono buono fino alle 16.30 e poi via: direzione NoirFest.
La valigia è pronta, la macchina ha il pieno, mia moglie mi ha riempito di gadget da far autografare da Guccini.
Che poi, per carità, ci sono cresciuto anch'io con le sue canzoni e sarà un'emozione fortissima incontrarlo.
Però è pur sempre un avversario, no?
Vabbuò, vabbuò...
Incrociate le dita, fate gli scongiuri e tutto il resto, mi raccomando.
Vi saprò dire.
Che Dio ce la mandi buona (ma soprattutto disponibile...)

lunedì 3 dicembre 2007

Scambi di persona...


Questo trafiletto proviene da una testata delle mie parti (Notizia Oggi). Articolo lusinghiero, non c'è che dire, ma con un errorino...
Refusi? Naaaaaa!
Una cosa da nulla: LA FOTO NON E' MIA!
Non è la prima volta (e non credo sarà l'ultima): nella mia città Natale siamo in due a chiamarci così. Abbiamo circa la stessa età, siamo andati allo stesso liceo e portiamo entrambi la barba.
Fortuna che ci si conosce e della cosa si ride spesso (era già successo a Capri)...
P.S. a proposito: nel cambio io ci farei pure bella figura (com'è magro questo Sarasso: over 100, over 100 e guarda un po' 'sta foto...), per cui quasi quasi me ne sto zitto e chi s'è visto s'è visto...;-)

domenica 2 dicembre 2007

Aggiornamenti: salute precaria e spirito guerriero



Un paio di aggiornamenti sullo stato di salume (ops! Freudiano: sono giorni che vado avanti a minestrine. Le tracce di suino nel mio sangue calano e il mio fisico reclama...)... ehm! SALUTE del vstro scrittore over 100 preferito.
Mi sono svegliato stamane con un'ugola che è una via di mezzo tra una moneta da un euro e una lingua di Menelik.
Grazioso l'effetto sonoro che si sprigiona ogni qualvolta tenti di proferir parola: avete presente Mignolo? Quello di Mignolo e il Prof?
Ecco.
Ma non mi perdo d'animo e tengo duro.
Anche perchè il mio amico Carmelo Pecora mi ha appena detto: "In bocca al lupo!"
E se lo dice lui...:-)
Martedì si avvicina: Courmayeur o morte!