DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

venerdì 6 giugno 2008

Gran bel Tipo...

Non so perchè ma oggi, in vena di nostalgie, ho ricordato con piacere due versioni di uno spot unico.
Da magone anche le facce dei protagonisti...
Più di quindici anni fa. Sembra ieri sera.
Enjoy...



Metti una sera a cena con...

...un sacco di tipi in gamba. Esperienza strepitosa che vi voglio narrare per conservarne memoria.
Ma, prima dei nomi, i fatti.
Anzi, no. Prima di tutto, tempi e luoghi: Milano, Libreria feltrinelli di Piazza Piemonte, 4 giugno 2008, ore 18.30.
Già arrivare è stata un'impresa: fuga trafelato da scuola un minuto dopo il suono della campanella, parcheggio selvaggio in stazione a Novara, treno preso al lazo e biglietto obliterato a penna ("Chiedo venia, signor controllore...).
Sbarco in Centrale ancora in tenuta da lavoro (felpa col cappuccio, anfibi e jeans rigorosamente martoriati dai TurboColor dei bambini), mi scapicollo sul metrò fino a Wagner e là, davanti all'ingresso della Libreria, finalmente li vedo.
Jacopo De Michelis (il mio editore), Giuseppe Genna (il mio maestro), Alessandro Bertante (autore di Al diavul, il libro che sta per essere presentato, occasione della trasferta) e Sergio Altieri (la leggenda vivente). Manca solo Antonio Scurati (che non ha bisogno di presentazioni).
Arriverà un po' in ritardo, ma nessuno si lamenterà. L'atmosfera è rilassata e il parterre è da paura: in platea il gotha della letteratura milanese mentre sul palco si parla di NEW ITALIAN EPIC, della guerra civile spagnola e della generazione pre Sessantotto.
Io pendo dalle labbra dei relatori, Altieri si deve accorgere della cosa e da vero signore mi ficca in mano una Beck's gelata. Sorseggio, ringrazio, continuo a godermi la scena e le letture.
Si discute di roba forte: comizi di anarchici spagnoli, morti plateali di quasi cent'anni fa, eroismo.
Applausi, firme per l'autore e sigaretta per il sottoscritto.
Sigaretta anche per il mio amico Luca (giornalista di Rolling Stones) che dovrebbe essere il mio fidato compagno di trasferta (e cenaccia post-presentazione), ma che purtroppo non sta granchè bene e abbandona il gruppo (rimettiti presto, Luca!).
Dunque, e qui viene il meglio, io rimango coi quattro cavalieri dell'Apocalisse: Bertante, Scurati, Genna e Igino Domanin (autentica divintà pagana di cui mi professo adoratore laico) che si è materializzato nel frattempo. Che poi in realtà sono cinque perchè c'è anche Jacopo.
Scurati deve comprare le sigarette ma l'automatico si rifiuta di dargliele senza il codice fiscale (macchine moderne...), io e gli altri si inizia ad avvertire un certo languorino, per cui...
Che si fa che non si fa? Andiamo a cena.
Loro cinque in giacca o in completo, io... va be', lasciamo perdere...
Il ristorante è di quelli fichi e a cena mi spazzolo degli scialatielli con la salsiccia che levati.
Grappe e birre in abbondanza, la conversazione si scalda e raggiunge vette elevate: si parla (benissimo) del DIVO e di GOMORRA, si discute di Kafka e Borroughs e se la letteratura debba o possa esorbitare l'umano.
Ah, sì. com'è come non è, la paratassi è spesso sulla bocca di tutti.
Io ascolto e sto da Dio, anche se a essere sinceri ogni tanto qualche concetto mi sfugge e ho letto la metà dei libri di cui si discute.
Fine serata di fronte al metrò: io e Jacopo voliamo verso Centrale, Giuseppe dice che va a dormire, gli altri - forse - vanno a berne ancora uno.
Ultima Coca nel fast food di Ronald di fronte alla stazione e via, sul treno che riporta a casuccia.
A letto alle due e sveglia all'alba la mattina dopo.
Ma cacchio se ne è valsa la pena!