DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

venerdì 6 luglio 2007

Metti una sera verso le sette...


…in quel di Milano.

A due passi dall’Arco della Pace. A due passi dagli aperitivi cool dell’Indiano.

Via peschiera 1, Libreria del Giallo, chez madame Tecla Dozio.

La cosa si è fatta qui. La prima nazionale del mio CONFINE DI STATO.

E si è fatta giusto ieri sera. Ma partiamo dal’inizio.

Alle tre e un quarto io e la mia mogliettina saliamo con sabauda decisione sul pullman che ci porta in stazione. Sul binario si presenta dopo un paio di minuti anche il Maestro Daniele Rudoni.

Ci guardiamo: terribilmente in anticipo, come sempre.

Il treno per Milano non arriverà prima di venti minuti.

Una Marlboro, due chiacchiere in mezzo al caldo novarese.

Quaranta minuti e siamo in Centrale. E qui la cosa si fa seria, perché dall’Eurostar che da Venezia va a Torino scende Jacopo De Michelis, mio mentore e sovrano assoluto della narrativa nera (e non solo) in casa Marsilio.

Il gruppo, adesso, è al completo. Metrò fino a Moscova e poi due passi a piedi nel casino milanese.

Un’occhiata all’orologio: sei e cinque. In anticipo, again.

Risolviamo con una birra.

Alle sette meno un quarto, all’ingresso della libreria, la splendida Tecla ci accoglie a braccia aperte.

Paolo Roversi è già arrivato (qui si fa a gara di puntualità).

Non voleva mancare, nonostante non sia per niente in forma: qualche linea di febbre, probabilmente. Thank you, brother.

Le stranezze cominciano subito e mi travolgono senza preavviso:

- Prima ci si mette Tecla: dice che le mie iniziali non le piacciono. In effetti S.S. non è un granchè.

E comunque lei s’immaginava che mi chiamassi Alessandro, non Simone. Per cui, se non mi dispiace, continuerà a chiamarmi Alessandro. Non mi dispiace (ci mancherebbe che mi metta a contraddire la padrona di casa…)

- Arriva un fotografo nano, rotondotto e napoletano (beninteso, niente di male. La situazione sarebbe stata assurda anche se fosse stato alto, slanciato e di Rovigo…) che comincia a scattarmi mille foto dicendomi di mettermi in posa, di appiccicarmi alla libreria, di affacciarmi alla finestrella (a momenti, col mio dolce peso, ci rimango incastrato, nella finestrella…). Scuote la testa, mi racconta che Pinketts sì che è bravo: un talento naturale! E pure Veronesi non s’è comportato male. Che poi il suo libro si chiamava pure BRUCIA TROIA e allora sì che si poteva giocare. Pensa, ha dato fuoco al libro con l’accendino!

E io penso: “Dove cazzo sono finito?”

Meno male che il nano si spiccia e scompare. E non c’è neanche il tempo di una paglia che siamo già seduti in batteria: io, Tecla e Paolo. E si va via di gusto.

Paolo mi chiede come sia nato Confine, e io gli racconto della rabbia che avevo dentro mentre studiavo i documenti di Piazza Fontana. Parliamo di Mattei, di Wilma Montesi: il pubblico è fantastico.

Caldo, informato, partecipe. Mi fanno un sacco di domande sulla documentazione, sui libri che ho letto, sulla strada che mi ha portato fin lì.

C’è persino il maestro Carlo Oliva, strepitoso come sempre, che ha ascoltato tutto il mio sproloquio e alla fine mi ha chiesto: “Certo che ti sei fatto un bel culo a scrivere tutto ‘sto popò di roba…”

Io ho annuito, complice e greve.

Finito lo spiegone tutto serio, Tecla ha deciso che si poteva continuare a chiacchierare, per carità, ma bevendo qualche cosa. E allora via al Berlucchi e a un vinello della Basilicata che era la fine del mondo.

Il tutto accompagnato da dell’ottima pasta fredda e salatini a go go.

Questo per sentito dire, perché tra libri da firmare e persone da baciare e ringraziare, io ho come al solito bevuto mezzo bicchiere, mangiato un’olivetta e fumato due tiri due di Marlboro.

Semi-digiuno a parte, la serata è stata strepitosa, di quelle che ti ricorderai per un pezzo.

Tra le apparizioni più gradite, la mia ex capa Mimma e il suo simpaticissimo marito Riccardo e Maddalena Bonaccorso di Stylos.

Prima di tirare giù la serranda, Tecla ci ha offerto il bicchiere della staffa e abbiamo concluso la serata con una discreta quattroformaggi alla pizzeria all’angolo.

Se il buongiorno si vede dal mattino, questo tour promozionale di Confine si prospetta come una splendida giornata di sole.

Prossima tappa: Capri, tra poco più di dieci giorni.

Vi terrò informati, potete scommetterci!

And here we go...


Inizia da qui il viaggio oltre il Confine.
Questo è il primo di una lunga serie di post in cui vi racconterò come vanno le cose da queste parti.
A cosa sto lavorando, a cosa ho lavorato.
I posti e le persone che ho incontrato lungo la strada.
Potete commentare o spargere la voce.
Oppure semplicemente fregarvene e passare oltre: da queste parti non siamo schizzinosi.
Convenevoli espletati.
Signori, è ora di andare in scena...