E' stata dura, ma ce l'abbiamo fatta.
Dopo questa due giorni torinese in quel del Salone, mi sono reso improvvisamente conto che se aggredirò in maniera così decisa ogni trasferta, probabilmente non sopravviverò al tour di Settanta...;-)
In due (quattro? Cinque?) parole: non ho (più) l'età.
Ma andiamo con ordine, che se no ci confondiamo. Venerdì sveglia a un orario decente, valigia, doccia, saluti su facebook ed è già ora di scendere dabbasso. Il campanello trilla, la pioggia viene giù che Dio la manda e il mio amico Luca Ottolenghi è già pronto alla guida della sua fiammante Opel Corsa. Luca veste leggerino: glielo faccio notare mentre mi sistemo la sciarpa sopra la felpa col cappuccio e il giubbotto impermeabile. Ci fissiamo per un secondo mentre l'acquazzone continua a scendere e il termometro dell'auto segna 14 gradi; poi scoppiamo a ridere: nessuno dei due ha azzeccato l'abbigliamento adatto. Ma ormai è tardi: via che è ora, la strada chiama.
Il navigatore è puntato sul Lingotto, ma io e Luca apparteniamo a quella specie di persone che si perde pure nel salotto di casa propria, e dunque finiamo fuori strada in men che non si dica. Di mio giro abbastanza, lo sapete, ma in genere non sono solo: insieme a me c'è sempre qualcuno dotato di buon senso - dell'orientamento - tipo Daniele, Ste o la mia dolce metà; ecco perchè riesco, in un modo o nell'altro, ad arrivare a destinazione o a tornare a casa. Questa volta, il mio compagno di viaggio è piazzato peggio di me. That's why, dopo aver avvistato il cartello TORINO, ci ritroviamo in men che non si dica in mezzo a un gran casino di viuzze che poco c'entra con l'ex stabilimento FIAT. Via Nizza è chissà dove ma noi col cavolo che ci facciamo prendere dal panico. Parcheggiamo, sgusciamo fuori dall'auto e ci rintaniamo nel primo bar aperto. Doppio panino con birrone al seguito e la vita ti sorride. Difatti, solo un'ora dopo, approdiamo al Salone sotto un temporale che levati.
Incontro al volo con lo staff Marsilio (quasi) al gran completo e siamo dentro. Molliamo zaini e zainetti e cominciamo a girovagare. I miei ricordi di venerdì non sono nitidissimi. Ho appuntato appena un paio di flash piuttosto significativi: incontro un bel po' di amici conosciuti su facebook (Corrado, Emanuele, Fabrizio, tanto per citarne qualcuno. Peccato non aver beccato Luca. So che sei passato sia da Marsilio che da Agenzia X, ma si vede che ero sperso tra i meandri della fiera... sarà per la prossima volta), non trovo almeno duemila persone che dovevo incontrare, mi becco con Annarita e Paolo ed è sempre un piacere, acquisto diverse birre che consumo, rigorosamente seduto in terra, col mio compagno di ventura Luca, mi faccio intervistare da almeno tre coppie di sondaggisti, conosco Andrea allo stand di Agenzia X, mi accordo con Alessandro per un'intervista (bella Ale, grazie mille!) e con Luca per andare in Radio (domenica 7 giugno, h13.00, Radio 2, Tutti i colori del giallo, tenete a mente, gente...), acchiappo i volantini per la festa di Minimum Fax (e incontro di persona Cataldo: grandissimo!), vedo Alessandro e Alessandro (qui ci vogliono i cognomi, se no andiamo insieme... Bertante e Beretta) e pianifico con loro la serata, ma soprattutto COMPRO UN QUINTALE DI LIBRI.
In poco più di trenta minuti, riesco ad accaparrarmi:
- Anteprima nazionale, antologia (con racconti di Avoledo, Bergonzoni, Celestini, De Cataldo, Evangelisti, Falco, Genna, Pincio, Wu Ming 1) a cura di Giorgio Vasta (che è lì mentre compro il libro, tra l'altro), Minimum Fax
- Vite spericolate, Patrick Fogli, Verdenero
- L'ultimo giorno felice, Tullio Avoledo, Verdenero
- I dannati di Malva, Licia Troisi, Verdenero
- Cani da rapina, Luca Moretti, Purple Press
- Splendido splendente (Premio Calvino 2009, romanzo straordinario sugli Ottanta e su Moana), di Ivan Guerrerio, Agenzia X
- Guida Steampunk all'Apocalisse, Maragret Killjoy, Agenzia X
- Il sindacato dei poliziotti Yiddsh, Micheal Chabon, Rizzoli
- L'isola degli uomini superflui, Stephano Giacobini, Spoon River (questo in realtà non è un acquisto, ma un regalo. Il mio amico JP Rossano, per interposta persona, me ne ha fatto dono).
Ebbro di shopping selvaggio, abbandono il campo verso le sette e mezza. Passaggio radente in albergo e poi a cena a casa di una futura autrice Marsilio. Lanostra ospite, gentilissima, ci introduce a un pantagruelico buffet che io e il mio socio, prontamente seguiti dal buon Bertante, dal mio boss Jacopo De Michelis e il resto dello staff Marsilio, ci accingiamo a saccheggiare.
La cena è squisita, il beveraggio ottimo e abbandonate e la conversazione gustosa. Incrocio anche Enrico Remmert e Gero Giglio, con cui chiacchiero piacevolmente. A un tratto s'è fatta una certa ed è ora di levare le tende. Sotto la pioggia battente c'infiliamo in macchina: io, Luca, Alessandro Bertante e le due Chiara dell'Ufficio Stampa Marsilio.
Arriviamo alla festa di Minimum Fax che già l'ingresso è difficoltoso: milioni di persone (invitomunite) prendono d'assedio il piccolo locale adibito al party. Entriamo in qualche modo e acquistiamo qualche birra. Anche qui, i miei ricordi della serata non sono esattamente nitidi, ma qualche flash è sopravvissuto all'oblio. Tra le scene degne di menzione, c'è sicuramente quella in cui, nel bel mezzo della folla, proprio in cima alle scale scivolose che collegano i due piani del locale, io riconosco una compagna di università che non vedevo da un decennio. Non faccio tempo a salutarla che rovina bruscamente in fondo ai gradini. Rimango a bocca aperta, col bicchiere a mezz'aria. Controllo: grazie a Dio non s'è fatta nulla. Ride e sta bene.
E poi ancora chiacchiere in fila (la festa intera èuna fila: per prendere da bere, per salire a fumare, per scendere a ballare...) con Annarita e Paolo, un Cappi in ottima forma che scorgo di lontano ma non riesco nè a raggiungere nè a salutare, altri amici che non vedevo da un millenio e alcool, alcool, alcool...
Sono le tre e qualcosa quando decidiamo di tornare in albergo. Ci segue Jacopo, che dorme nel nostro stesso hotel. Lungo la strada raccattiamo Vicky e la portiamo (non senza qualche difficoltà) dove alloggia.
Varchiamo la soglia della hall verso le quattro meno un quarto e il mio capo mette ai voti il bicchiere della staffa. Io e Luca appoggiamo la mozione e ingolliamo un abbondante Macallan ghiacciato prima di coricarci.
E' il colpo di grazia.
Rinveniamo dopo poco meno di otto ore e dentro la testa ho un corpo di ballo latino americano che ci dà dentro senza sosta. Mi trascino in bagno, mi rendo presentabile e ingollo con foga un'aspirina effervescente. Mezz'ora dopo ho l'incarnato cinereo degli amici non morti di Romero, ma sono vivo. Sveglio il mio socio.
Invece della colazione optiamo per una pizza con salsiccia (oh yeah!), un paio di coche e un bidone di caffè. Dopodichè Luca schizza a Milano e mi lascia al Salone.
Son quasi le due quando incrocio il resto della truppa allo stand Marsilio.
Provati, per carità, ma messi decisamente meglio del sottoscritto.
Il pomeriggio scorre tranquillo: incrocio JP Rossano e chiacchieriamo di una presentazione torinese di SETTANTA al Circolo dei Lettori, scambio quattro chiacchiere col Paolino Roversi, mi fermo a fare due parole (e una foto) con Marcialis (grandissimo!) ed Eliselle. Dopodichè, scaglionati, arrivano su mia moglie, Daniele Rudoni e Luca, Ruggero e Sara di IL MIO NOME NON HA IMPORTANZA. Butto un'orecchio alla presentazione di Daria Bignardi e vado ad allestire, insieme ai ragazzi, il set musicale allo stand di Agenzia X.
Dovremmo suonare alle 18.00, ma un fulmine a ciel sereno quasi ci manda a monte lo show. Purtroppo il cavo dell'alimentazione delle casse è rimasto a casa e siamo senza voce.
Luca, Ruggero e Sara ci mettono una pezza recuperando al volo due casse e la cosa si fa, con quasi un'ora di ritardo. Mi scuso moltissimo col pubblico venuto all'ora concordata. Per farmi perdonare, molto presto posterò su queste pagine il file audio integrale di UWS - TERRA DI NESSUNO.
Dopo lo spettacolo il tempo stringe. I ragazzi del gruppo sono di corsa e noi li lasciamo andare. Con Daniele e mia moglie ci rintaniamo in un (ottimo) cinese in corso Regina Margherita e facciamo strage di anatre piccanti, involtini vietnamiti e omelette di gamberi.
Dopo, cerchiamo invano un gelato e torniamo a casa che è l'una di notte.
Stravolti ma molto, molto felici per l'esito della trasferta.
In chiusura di racconto, la morale della favola: o imparo ad andarci più leggero con la bumba e il cibo e le poche ore di sonno, o difficilmente uscirò vivo da quella settimana di giugno che mi vedrà prima a Vicenza, poi a Reggio Emilia, a Roma e infine a Milano.
Cosa dite: metto giudizio? Seee, come no...;-)
P.S. Mi sono appena ricordato di aver visto Patrick Fogli. E di avergli persino stretto la mano.
So per certo che si è portato via una copia di SETTANTA in anteprima e sono molto ansioso di sapere che ne pensa. Quello che non ricordo è il giorno in cui ci siam visti... Venerdì o sabato? Quasi sicuro sabato, ma non ci giurerei... vedete ben come son piazzato... :-D
domenica 17 maggio 2009
Sarasso live @ Salone del Libro: cronaca affaticata di una due giorni fiammeggiante in quel di Torino
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2 commenti:
Invidio la capacità di bere, il mio problema è che sono sempre sobria e ricordo tutto. Non so se si possa fare qualcosa...
Bel reportage, molto da scrittore che fa una vita spericolata. Ci vediamo a Milano. Annarita
@Annarita: la sobrietà è un male che va combattuto fino alla sua totale sconfitta....:-)
Ci si vede venerdì!
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