Se questa recensione l'avesse scritta Gianni Biondillo, potrebbe risultare sospetta. Per chi non lo sapesse, Biondillo ama Battisti alla follia. Io lo odio.
Odio quelle canzoncine melense, la sua immagine da bravo ragazzo coi ricci. Se in radio passano Acqua azzurra, stai sicuro che cambio stazione; e credo sia colpa de Il tempo di morire (motociclettaaaaaaaa!!! 10 hp!) se non ho mai desiderato una dueruote in vita mia.
Sopporto (poco) solo Pensieri e parole.
Detto questo, perché recensire un libro sul cantante laziale? Proprio ora che, nel decennale della morte, ne esce uno a settimana?
Perché il libro di Marchetti non è un libro su Battisti. O meglio: non sul Battisti che credete voi.
Qui non si racconta di come è nata Un’avventura, non ci sono pagine zeppe di testi delle canzoni (che potrei reperire tranquillamente su wikipedia senza spendere un soldo) per ingrassare il volume e poterlo vendere a venti euro.
Nel libro di Marchetti si narra delle vesciche sul culo di Battisti e Mogol, quella volta che se la fecero a cavallo da Milano a Roma. Di quando i Nomadi ascoltarono le canzoni di Lucio e lo mandarono a stendere.
Di quanto il cantautore s’incazzasse ad avere a che fare con la gente. Del suo spettacolo più bello (all’Istituto Nazionale Tumori di Milano, nei primi Settanta), di fronte a un pubblico che non l’aveva chiamato e finì per innamorarsene.
Dentro a questo libro c’è il Battisti che non ti aspetti. E c’è pure un Mogol sgamato e caciarone. A leggere queste storie, quasi non ci credi che due tipi del genere abbiano potuto scrivere certe lagne (ahia! Sento già gli strali dei fan irriducibili…).
Aggiungeteci che è scritto da Dio, che i capitoli sono un mix beat tra un’opera teatrale, una puntata di Sfide e un pezzo di Tv Sorrisi e Canzoni anni Settanta.
Insomma: queste 150 pagine me le sono bevute d’un fiato.
Poi però, quando il libro l’ho chiuso, un dubbio m’è rimasto. E allora ho preso l’ipod di mia moglie, ho selezionato per artista. Ok, Acqua azzurra l’ho skippata, ma poi ho finito per starmene lì per mezz’ora, ad ascoltare imbambolato parole e voci.
Ha fatto quest’effetto a me. Immaginatevi a un fan del ricciolone…
6 commenti:
Ma Simone, il Battisti che piace a me mica è quello del periodo Mogol (quello che citi tu), ma quello posteriore, quando i testi glieli scriveva Panella.
Ok, appena possibile ti faccio una full immersion, così capirai, 'gnurant!
ciao, G.B.
Mi sa che ad Arezzo, tra una carnazza alla griglia e una boccia di Morellino, avrai modo di rendermi edotto.
Imbottisci l'MP3, Gianni: sarò tutto orecchi...
Però preparati, che sono una testaccia: lo sai che non vado oltre Buscaglione...;-)
A pochi minuti dalla partenza per le vacanze ho deciso di fare un giretto in rete... Grazie Simone per il post! Molto estivo!!!
La produzione panelliana è sicuramente un'avventura imprescindibile.
Però Simone ti consiglio di procedere per gradi, lasciando qualche giorno di pausa tra un album e l'altro. La curiosità crescerà spasmodica in te.
Ciao!!!
Oddio! L'assedio dei Battistini!
Spetta, và, che vado a recuperare qualche album dei Rancid per difendermi...;-)
Insomma, ragazzi, ho capito: quest'etate mi toccano i compiti per le vacanze a suon di ballate per riccioloni (fateci casi: sia tu, Fra, che Gianni siete ricci. Forse chi ha i capelli lisci non può apprezzare appieno Battisti...;-)).
Buone vacanze, Fra!
E complimenti per il passaggio al TG2. Chissà i tuoi: si saran commossi...
In compenso chi di capelli non ne ha coniuga perfettamente Battisti (solo quello con Mogol per carità), i Rancid, Buscaglione, Mozart, Marco Carena e Gianni Drudi.. con una spruzzata di PFM, U2 e i Giganti..
Forse ho dei problemi....
@Steve: i Giganti spaccano...
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